Poeti futuristi
Gli anni più veri del futurismo, dal 1910 al 1916, o tutt’al più, dal 1910 al 1920, rivisti sopra il piano storico d’una cultura che, ribellandosi alle immobili eredità ottocentesche, sentiva di poter rappresentare il proprio tempo, non possono non dimostrarsi importanti, non tanto per i manifesti, i programmi e le prove di poesia e d’arte, quanto per i fermenti d’uno “stato d’animo”, la cui fiamma rinnovatrice si rifletteva anche sopra coloro che futuristi non erano. [...] Ecco un tempo che non si dimentica, almeno per chi lo ha vissuto, pur senza averlo accettato in pieno. Un tempo che, nonostante gl’immemori scetticismi, ha lasciato un segno non infecondo lungo il corso molteplice delle poetiche contemporanee, e di conseguenza sulla liberazione di questo o di quel poeta dalle sabbie mobili del carduccianesimo, del pascolismo, del dannunzianesimo, del crepuscolarismo. dalla presentazione di Giuseppe Ravegnani
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Anno edizione:2019
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