Una doppia sorpresa in questa lettura: la storia che ti colpisce come uno schiaffo in pieno viso; laprosa che ti avvolge e con un sentore di lirismo mai scontato e pesante. <u>due righe per inziare:</u> <i> "La luce era spessa, era ostinata, una luce di settembre. Il capo canuto dell’uomo brillava, bianco come la neve, e lucido rifletteva il chiarore. Maciej però non amava che le tenebre</i> E di una storia buia si tratta. Maciej guidava un camion dalla Russia alla Germania: trasportava caviale ma mangiava patate. Un incidente cambia la sua vita. Scappa e finisce sulle panchine di Siracusa in un mondo di disperati che condividono gli effluvi e gli effetti di vodka e vino. Un mondo di corpi che si vendono fingendo di avere una proprietà che si è invece persa da tempo. Questa è la storia di un quotidiano e lento morire. Di un'agonia prolungata <i> "...gli incubi lo tormentavano, non era un vero riposo il suo, piuttosto era un morire lento e crudele."</i> Breve ed intenso.
