Un mio amico, quando gli "strato" erano all'apice del loro scuccesso e della loro creatività (periodo "episode" - "visions"), mi disse che, con le idee contenute in una sola canzone di gruppi come atheist o death, gli strato avrebbero potuto incidere almeno una decina di album. La cosa da ammiratore della band all'epoca mi sembrò offensiva e ingiusta. Eppure in effetti da quel momento in poi il gruppo ha dato vita a ben 5 album in cui sembrava di ascoltare sempre le stesse due tre idee ripetute all'infinito. E cosi un gruppo che era alfiere del power metal, ha subito un pò lo stesso declino del genere di cui era bandiera, finendo per riciclare se stesso e i clichè del genere, andando avanti con il pilota automatico. Questo finchè a peggiorare le cose ci ha pensato l'abbandono del suo leader e chitarrista (tolki) dopo liti e discussioni. E cosi gli stratovarius si ripresentano al loro pubblico con questo Polaris, che dovrebbe in qualche modo rappresentare il disco della rinascita e della ritrovata armonia. Risultato? Un disco certamente migliore dell'ultimo autointitolato album (punto più basso della loro carriera), e diciamo al livello delle loro prove post "destiny " , quindi un album ben suonato, tipicamente power metal, molto soft e "happy", ma dove davvero di idee nuove ve ne sono poche. Piacevole , ma non indispensabile , davvero solo per fan del genere o del gruppo Voto 6-/10
