Opera dimenticabilissima, la storia è inesistente e dovrebbe ruotare intorno all'amicizia disfunzionale di due trentenni In realtà non c'è trama e non c'è neppure una così dettagliata caratterizzazione dei personaggi. La storia ruota intorno al protagonista che vede picchiare l'amico alle medie, per questo sarà un "priso" per il resto della sua vita. Insegna in un carcere dove incontra una ragazza., va ad una festa dove picchiano sia l'amico che lui. Se l'autore voleva tramite le non gesta dei due personaggi centrali descrivere la dissoluzione delle giovani generazioni fallisce miseramente, né esce una storia troppo legata alla inadeguatezza dei due, talmente paradossale da non essere generabilizzabile. L'uso del dialetto barese è relegato al ripetere qualche parolaccia più o meno iconica e qualche modo di dire. Nella quarta di copertina si dice che il libro è stato scritto in una settimana, avendolo letto non tento a crederci, magari se l'autore ci avesse dedicato più tempo il risultato poteva essere migliore, o almeno poteva evitare di scopiazzare un paragrafo dal sito della casa Circondariale di Bari ( Il cui nome nel romanzo è pure sbagliato). Di certo non un romanzo degno di essere selezionato nella dozzina dello Strega, forse nemmeno buono per la rassegna letteraria di Corato
Poveri a noi
Libro incluso nella dozzina finalista del Premio Strega 2025
Presentato da Valerio Berruti nell’ambito dei titoli proposti dagli Amici della domenica al Premio Strega 2025.
«Per brevi istanti ogniqualvolta lo guardavo saltare e scodinzolare con la schiena ammaccata e i tic nervosi mi ritornava in mente la sua immagine sul terreno. Era terrificante. Quell’uomo non era cambiato di una virgola. Era ancora il bambino di undici anni che non avevo soccorso.»
«Un esordio letterario che farà scuola quello di Carrieri, che rimanda all’opera narrativa di Pier Vittorio Tondelli, non per lo stile quanto per il saper essere contemporaneo e generazionale e per aver aperto una nuova direzione di narrativa postmoderna ricca di incursioni classiche e contaminazioni dialettali oltre che per l’intensità di cui l’autore è capace nel descrivere il dolore e certe ferite esistenziali» - Gabriella Genisi, Tuttolibri
Nel cortile di una scuola media della periferia barese uno studente viene massacrato di botte da un compagno e ricoverato in prognosi riservata. A distanza di pochi metri, inerme, un altro ragazzo osserva la scena. Il senso di colpa per non essere intervenuto lo tormenterà per sempre. Passano quasi vent’anni. Nel frattempo, dimenticato quel momento tragico, Plinio (la vittima) e Libero (il testimone defilato del pestaggio) sono diventati amici. Un’amicizia basata sulla protezione reciproca. Ma quando Libero, professore in un carcere, incontra Letizia, una psicologa originaria della Valle d’Itria, il rapporto con Plinio si trasforma. Sullo sfondo di una città, Bari, ormai ridotta cinicamente alla sua anima scheletrica e post-industriale, tormentata da scandali locali e da losche manovre politiche, non c’è dramma che le tre giovani figure urbane non possano esorcizzare. Non importa quanto dolore vi sia in gioco.
Proposto da Valerio Berruti al Premio Strega 2025 con la seguente motivazione: «Un’amicizia nata alle medie, in una scuola barese, dopo che uno dei due ragazzi viene picchiato a sangue da altri compagni e l’altro rimane inerte. Immobilizzato da una paura che lo inseguirà per sempre. Un’amicizia che vent’anni dopo diventa una storia di protezione e rimorso, raccontata con un linguaggio diretto, spesso implacabile nel libro d’esordio, “Poveri a noi” di Elvio Carrieri (edito dalla nuova casa editrice Ventanas), giovanissimo scrittore di appena vent’anni, poeta e musicista. È la storia di Libero e Felice, entrambi trentenni, uno professore di Lettere all’interno del carcere di Bari, l’altro ancora alle prese con l’ultimo esame di latino. Due perdenti, almeno all’apparenza, che fanno i conti con un passato che non smette di tormentarli, tra voglia di riscatto e perdono. Un libro profondo per le sensazioni che riesce a risvegliare, per l’ironia e il sarcasmo a volte snobistico dei dialoghi ma anche per la speranza che la cultura e le idee possano sempre salvarci. Un elogio alla nostra quotidianità. Come dice Carrieri: “Non esiste letteratura che non si nutra di uno che lava i piatti e svuota la Moka”. E come sentenzia Libero: “Io sono il prfssò, il professore, e il mio ruolo è mediare. Mediare tra vuoto e pieno. Mediare tra scuola e carcere. Parlo e basta, per automatismo. Ma almeno parlo. È già qualcosa”. E che se ne parli, dunque, di questo “Poveri a noi” e del suo giovanissimo autore che segnalo con grande piacere agli Amici della Domenica.»
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Anno edizione:2024
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In commercio dal:13 marzo 2024
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Manuele 02 giugno 2025Lettura evitabilissima
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Nik82 24 maggio 2025Bari e la sua ferocia
19/2025 Libro candidato nella dozzina del Premio Strega 2025, scritto da un giovane ventenne barese. Se a vent'anni o ora sapessi scrivere come lui.... Mi sono immerso tanto in questo libro da abitante della provincia barese e rivendendo l'arroganza del barese medio nel guardare e interagire con noi provincialotti. Racconta l'amicizia di due ragazzi a partire dalla scuola media. Felice che decide di farsi chiamare Plinio subisce un'aggressione da un gruppetto di ragazzini che gli causerà una serie di problemi fisici, Livio vivrà sempre con il senso di colpa per non averlo protetto e cercherà sempre di vegliare su di lui. Livio diventa professore di italiano a ventinove anni presso il carcere di Bari, Plinio uno studente fuori corso bloccato su un esame. Leggeremo delle loro vite attraverso una scrittura ricercata e inframezzata di dialetto barese in tutta la sua feroce baresità. Bello e coinvolgente.
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