Recensioni La prigione di carta

La prigione di carta di Marco Onnembo

Un professore appassionato e idealista in lotta per salvare la scrittura e i libri dall'oblio. Un romanzo distopico di grande attualità nell'era del digitale.

«Un romanzo ben cadenzato nei suoi passaggi tra passato e presente, e nei suoi due personaggi centrali; con un vivace dialogato e affidato a uno stile accattivante e fluido, anche là dove si fa ragionamento» - Ermanno Paccagnini, La Lettura

Malcolm King è professore di scrittura creativa al college di Brownsville, dove vive con la moglie Lynette e il figlio Buddy. Idealista dalla solida cultura umanistica, insegna alla prima generazione di studenti che non sa scrivere a mano. La digitalizzazione ha vinto: il governo ha imposto che ogni tipo di contenuto esistesse solo in formato elettronico, mettendo al bando i libri cartacei dal sistema scolastico e abolendo l'uso della scrittura con inchiostro. King temeva che la conoscenza potesse essere manipolata. Che i giovani potessero essere manipolati. Che gli uomini, e la loro coscienza, potessero essere manipolati. Credendo di poter contrastare quella legge e cambiare il mondo con il dialogo e la resistenza pacifica, il professore sarà invece condannato all'ergastolo in un carcere di massima sicurezza. Dalla sua prigione, di nascosto, e con la complicità di un criminale e di un secondino, riuscirà però a recuperare fogli, penne e matite: materiale proibito, armi di libertà. Per raccontare la sua vita. Compiendo l'atto più sovversivo che ci sia concesso dalla scrittura: scegliere il nostro destino. )
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