" Dovrà passare molto tempo prima che Max dimentichi l'estate in cui scoprì, quasi per caso, la magia." La storia inizia nel 1943, nel pieno della Seconda Guerra Mondiale, quando la famiglia Carver, per sfuggire alla guerra, si trasferisce in un paesino sulle coste dell'Atlantico. Max Carver, il giovane protagonista di soli tredici anni, nota fin da subito enigmi e particolari ambigui che verranno risolti solo alla fine della vicenda: l'orologio della stazione che va all'indietro, come se volesse segnalare un evento minaccioso che incombe; un gatto che sembra osservare la famiglia Carver, i quali si stabiliscono in una casa dove è morto il figlio dei precedenti inquilini, i Fleischmann ; un vecchio proiettore con alcune cassette, filmati fatti proprio da quel bambino che sembra però essere vivo. E poi ancora un giardino di statue circensi dai volti inquietanti, specie quella del pagliaccio. Tutti questi elementi sono riconducibili al Principe della Nebbia, una figura sinistra e ipnotica che appare sotto diverse sembianze, e i Fleischmann hanno un conto in sospeso con lui da molto tempo. Lo stile di Zafon riesce a far restare col fiato sospeso il lettore, con la sua efficacissima e immancabile suspense, che raggiunge la sua massima vetta negli ultimi capitoli, nonostante sia accentuata maggiormente ne “L'ombra del vento”, e crea un clima di mistero e angoscia fra realtà e fantasia. Una scrittura agile e piacevole, e difficile è trattenersi dalla voglia, verso la metà del racconto, di andare avanti fino alla fine. La trama non è per nulla scontata, è fresca e nuova, così come l'ideazione dell'antagonista, Mr Cain, che possiede una mente diabolica e una psicologia alquanto complessa; alcune scene si avvicinano poi al thriller grazie ai particolari tetri e all'inquietudine del protagonista che dimostra, d'altra parte , avere un ammirabile coraggio, anche nelle situazioni più impervie.
