Il nuovo romanzo di Clara Usón, autrice de La figlia. Una delle voci più interessanti della letteratura contemporanea europea.
«Una volta gli eroi erano persone che dimostravano il loro valore, o la loro dignità. Oggi gli eroi sono i calciatori, che non sono altro che mercenari. Oppure gli imprenditori, come Steve Jobs. Ammiriamo i ricchi, i milionari, adesso che il lavoro è scarso. Siamo quindi schiavi consapevoli, rassegnati, vili». - Clara Usón
«Un grande romanzo, coraggioso, ambizioso e di profonda sensibilità». - El País
Una direttrice di banca vende ai suoi clienti azioni privilegiate senza alcun valore reale.
Nel 1930 un giovane militare fedele agli ideali repubblicani insorge con una rivolta armata contro l’oppressione della monarchia.
Durante la seconda guerra mondiale un prete rivela il suo fanatismo nel campo di concentramento di Jasenovac, in Croazia.
Tre personaggi in epoche diverse, un filo comune, un legame profondo, un simile dilemma morale. Mettere alla prova il proprio sistema di valori, che sia l’idealismo politico, la fede religiosa o il culto della ricchezza, per realizzare la propria vita e assicurarsi un futuro. La venerazione del denaro, il prezzo della libertà, la violenza della religione che diventa dogma si incarnano nei destini di individui lontani nel tempo e nello spazio il cui percorso si incrocia nella comunanza della condizione umana, in cui le scelte individuali diventano materia concreta di sopravvivenza, fonte di felicità e disperazione, segno esemplare di libertà e coraggio o stigma della più infame colpevolezza. Clara Usón intreccia magistralmente i piani temporali e narrativi, e ispirandosi a fatti reali racconta l’integrità e la spregevolezza morale, i paradossi del coraggio e della viltà, la potenza delle convinzioni personali, tratteggiando in momenti diversi della Storia i valori che hanno ispirato o causato atti di esemplare umanità, o di sconcertante barbarie. Nasce così una poetica della sopravvivenza, che nella simultaneità dei tempi e delle vicende dei protagonisti dà forma a una nuova coniugazione, tutta contemporanea, del «romanzo politico».
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