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Un raccolto d'oro. Il saccheggio dei beni ebraici - Jan Tomasz Gross,Irena Grudzinska Gross - copertina
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Un raccolto d'oro. Il saccheggio dei beni ebraici
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Un raccolto d'oro. Il saccheggio dei beni ebraici - Jan Tomasz Gross,Irena Grudzinska Gross - copertina
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Descrizione


Tutto inizia da una fotografia di gruppo. A prima vista la scena appare familiare: contadini che si riposano dopo il lavoro della mietitura. Ma quando ci accorgiamo con orrore che il raccolto disposto ai piedi del gruppo è fatto di ossa e di teschi umani, il senso di smarrimento cresce. Si tratta di un raccolto di un genere molto differente. Il punto di partenza di "Un raccolto d'oro", ritrae, effettivamente, un gruppo di persone sulla collina formata dalle ceneri degli ottocentomila ebrei gassati e cremati a Treblinka tra il luglio 1942 e l'ottobre 1943. L'occupazione di coloro che vediamo nella foto è quella di scavare tra i resti umani alla ricerca dell'oro e dei beni preziosi sfuggiti agli assassini nazisti. Anche a guerra finita, scavatori andavano alla ricerca di oggetti di valore delle vittime che i nazisti potevano aver tralasciato. La storia racchiusa in questa fotografia, scattata poco dopo la guerra, simboleggia il saccheggio dei beni ebraici che, nell'intero continente europeo, è andato di pari passo con la Shoah. La spoliazione degli ebrei durante la Seconda guerra mondiale ha generato occasionalmente attenzione quando banche svizzere sono state forzate a produrre liste dei beni occultati o musei nazionali sono stati costretti a restituire opere d'arte trafugate. Ma il furto dei beni della popolazione ebraica europea non è stato appannaggio del solo regime nazista. Esso è stato perpetrato anche dalla popolazione locale, come quella ritratta nella fotografia.
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Dettagli

2016
126 p., Rilegato
9788806211448
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Prefazione

- Cosa vediamo nella fotografia
- Del bisogno di nominare
- Del trasferimento dei beni ebraici e dei suoi molti fautori
- Fotografie e documentazione della Shoah
- Cosa succedeva nelle aree dei campi di sterminio nell'immediato dopoguerra
- Le ossa
- Sfruttamento dei campi di sterminio da parte della popolazione locale durante la guerra
- Coltivare il proprio giardino
- L'appropriazione dei beni ebraici da parte della gente comune
- Considerazioni sugli eccidi di ebrei compiuti dalla popolazione locale
- Degli assassini di ebrei compiuti dai contadini nella regione di Kielce
- Dell'importanza conoscitiva della descrizione densa
- Primo piano di una scena del delitto
- Individui
- Perché i margini della Shoah sono importanti
- Chi ha tratto profitto dallo sfruttamento degli ebrei
- Cosa diceva la gente dei beni degli ebrei e come va inteso
- Un patriottismo sui generis
- Battute di caccia agli ebrei
- La reificazione degli ebrei
- Szmalcowanie
- Dar rifugio agli ebrei a pagamento
- Primo piano di una famiglia ebrea clandestina sopravvissuta in gran parte alla guerra
- Nuove regole comportamentali
- Opinioni di esperti
- E che ne disse la Chiesa cattolica? - Hyporcrite lecteur, mon semblable, mon frère

Postfazione. La storia dell'anello con rubino del campo di Kozielsko-Belzec

Indice dei nomi e delle cose notevoli

Valutazioni e recensioni

Recensioni: 5/5

Questo libro, tra le ultime uscite della collana ‘Einaudi Storia’, non aspira in alcun modo a proporsi come un bilancio complessivo della tragica vicenda relativa alle spoliazioni delle quali gli ebrei d’Europa furono vittime tra il 1933 e la fine della guerra. Si parte da una foto scattata poco dopo la guerra nei pressi di Treblinka. La foto ritrae un gruppo di contadini che si riposano dopo la mietitura, o così sembra, almeno, a prima vista. A guardar bene, i contadini ritratti nella foto sono raccolti attorno a un mucchio di ossa umane: resti delle vittime sterminate nel campo tra il 1942 e il 1943. Un raccolto macabro, dunque: beni dispersi, l’oro dei denti, averi scampati agli assassini nazisti. Da qui un conciso bilancio che, insieme alla questione delle spoliazioni, affronta più in generale il tema della Shoah, specie in relazione alla Polonia occupata: riflettendo su una serie nutrita di implicazioni in termini che ricordano, pur entro certi limiti, il dolente riflettere del Primo Levi de ‘I sommersi e i salvati’.

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