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Il crimine e il silenzio. Jedwabne 1941. Un massacro in cerca di verità
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Il crimine e il silenzio. Jedwabne 1941. Un massacro in cerca di verità - Anna Bikont - copertina
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crimine e il silenzio. Jedwabne 1941. Un massacro in cerca di verità

Descrizione


Una riflessione sulla memoria collettiva: cosa succede a una società che rifiuta di ammettere una verità che distrugge la sua buona coscienza? Come convivere con un passato cosí orribile?

«Un libro terribile e necessario... sull'oblio, sulla contaminazione della memoria, sul conflitto tra una verità facile e accomodante e la ben piú dura e sgradevole verità» - Julian Barnes

«Uno dei libri piú importanti e drammatici degli ultimi anni» - Ryszard Kapuscinski

«Un capolavoro del giornalismo storico. Una lettura obbligata per chiunque sia interessato all'Olocausto e alle sue conseguenze» - Jan T. Gross

«C'è molta lentezza in Il crimine e il silenzio , la magistrale indagine di Anna Bikont dedicata a un massacro di ebrei avvenuto nel luglio 1941 nella cittadina di Jedwabne, nel nord est della Polonia. La lentezza è in parte dell'autore: sono i passi inevitabilmente lenti verso una verità quanto piú possibile inconfutabile a tanta distanza dall'evento; in parte è legata alla stessa lettura: il testo è denso di nomi – alcuni apparentemente simili ma legati a individui dai destini diametralmente opposti –, luoghi e dettagli da ricordare, e archi temporali che si sovrappongono. Ma c'è anche una lentezza imposta dall'orrore del tema trattato… Chi si avvicina al libro partendo da una distanza storica e geografica sarà obbligato a procedere lentamente. Non si tratta solo di assorbire gli accessi individuali di selvaggia crudeltà. È una questione piú ampia, che riguarda la nostra capacità di assimilare in tutta la loro portata le disumanità perpetrate dall'uomo sull'uomo e di riflettere sulle loro cause»

Il 10 luglio 1941, a Jedwabne, un paese di circa tremila abitanti nel nord est della Polonia, una folla di cattolici uccise la maggior parte dei loro vicini di casa ebrei. Il numero delle vittime varia a seconda delle stime: da trecentoquaranta a milleseicento. Qualunque sia la cifra corretta, pochissimi ebrei sopravvissero. Utilizzando asce, bastoni e coltelli, la folla assassinò in piazza circa quaranta uomini. I restanti ebrei – uomini, donne e bambini, molti dei quali neonati – furono ammassati in un fienile nella periferia della città. Poi, mentre la folla osservava con scherno le future vittime, vennero sbarrate le porte e l'edificio fu dato alle fiamme. Morirono tutti. Le case degli ebrei furono saccheggiate. La giornalista polacca Anna Bikont ha ricostruito nei dettagli questo crimine, dando al tempo stesso conto del tentativo da parte delle famiglie dei discendenti degli assassini, dei politici di destra, degli storici, dei giornalisti e dei sacerdoti cattolici di nascondere nei decenni l'accaduto, deviando la colpa sui nazisti o perfino sulle stesse vittime. Un crimine doppiamente efferato ricostruito attraverso le voci dei protagonisti.

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Dettagli

2019
1 ottobre 2019
544 p., ill. , Rilegato
My z Jedwabnego
9788806234195
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Indice

Diario: 28 agosto – 28 dicembre 2000
I. Libera la Polonia dagli ebrei, o Signore
Ovvero, sui rapporti tra polacchi ed ebrei a Jedwabne negli anni Trenta

Diario: 2 gennaio – 6 febbraio 2001
II. Volevo salvarle la vita, l’amore è venuto dopo
Ovvero, la storia di Rachela Finkelsztejn e Stanisłav Ramotowski

Diario: 7 febbraio – 10 marzo 2001
III. Abbiamo sofferto sotto i sovietici, i tedeschi e nella Polonia comunista
Ovvero, il racconto dei tre fratelli Laudański

Diario: 11 marzo – 28 marzo 2001
IV. Gli ebrei non sembravano così tristi
Ovvero, la memoria polacca e la memoria ebraica dei tempi dell’occupazione sovietica

Diario: 29 marzo – 12 maggio 2001
V. Ti dico chi è stato: mio padre
Ovvero, l’indagine privata di Jan Skrodzki

Diario: 13 maggio – 1 giugno 2001
VI. Se allora fossi stato a Jedwabne
Ovvero, la storia di Meir Ronen, deportato in Kazakistan

Diario: 3 giugno – 14 giugno 2001
VII. Verrà il momento in cui anche i sassi parleranno
Ovvero, i monologhi di Leszek Dziedzic

Diario: 18 giugno – 10 luglio 2001
VIII. L’unica speranza è fingersi goy>/i>
Ovvero, come sopravvisse Awigdor Kochaw

Diario: 11 luglio – 30 novembre 2001
IX. Alla disperata ricerca di qualcosa di positivo
Ovvero, i monologhi di Krzysztof Godlewski, ex sindaco di Jedwabne

Diario: 1 dicembre – 30 dicembre 2001
X. Solo io sapevo che erano in sette
Ovvero, la storia di Antonina Wyrzykowska

XI. Io, Szmul Wasersztejn, vi avverto
Ovvero, la strada da Jedwabne alla Costa Rica

Diario: 1 gennaio – 25 febbraio 2002
XII. Erano pieni di vodka, armi e odio
Ovvero, il 7 luglio 1941 a Radziłów

Diario: 27 febbraio – 17 giugno 2002
XIII. I sogni di Chaja Finkelsztjn
Ovvero, la storia di come è sopravvissuta la famiglia di un mugnaio di Radziłów

Diario: 16 giugno – 1 dicembre 2002
XIV. Ragazzi polacchi perbene e teppisti
Ovvero, sugli assassini di Jedwabne, Radziłów, Wąsosz e dintorni

Diario: 10 gennaio 2003 – 10 luglio 2004
XV. In senso stretto, sono stati i polacchi
Ovvero, una conversazione con il procuratore Radosław Ignatiew

Ringraziamenti
Indice dei nomi e delle cose notevoli

Conosci l'autore

Anna Bikont

Anna Bikont è giornalista di «Gazeta Wyborcza», il principale quotidiano polacco, alla cui fondazione ha partecipato nel 1989. Per i suoi articoli sui crimini a Jedwabne e Radzilów ha vinto numerosi premi, incluso il Press Prize for reportage nel 2001 e il Premio Polityka Prize per la ricerca storica. Nel 2011 ha vinto l'European Book Prize per l'edizione francese de Il crimine e il silenzio, pubblicato in Italia da Einaudi nel 2019.

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