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Anno edizione: 2015
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Davvero sorprendente la qualità eccelsa di questa antologia, che comprende 8 racconti dedicate ad 8 famose assassine della storia, scritti da altrettante solide scrittrici di genere (e non) Partiamo con: "I fuochi della montagna" di Marta Morazzoni: questo primo racconto che si rifà alla mitologia greca narra la storia di Clitemnestra, abile manipolatrice dotata di un'astuzia diabolica. La Morazzoni è molto brava nel calare il lettore nella Grecia antica. 4 stelle "La giraffa non ne vuole sapere" di Barbara di Gregorio. E' la storia della locusta, diabolica avvelenatrice seriale ossessionata dalla volontà di generare il veleno che fermenta dall'interno. E' un racconto nerissimo in cui la Gregorio è brava ad inserire dei tocchi di cinico humour. Si narra che la locusta sia stata condannata a morte con una pena molto singolare: essere deflorata da una giraffa. 5 stelle piene. "Ho sempre chinato la testa" di Rosa Mogliasso. Che la Mogliasso sia brava a scrivere lo avevo già intuito dalla serialità dedicata all'ispettrice Barbara Gillo. Trovo però questo racconto più un esercizio di stile che un lavoro veramente sentito. La storia è quella abusatissima di Lucrezia Borgia. Più interessante del racconto stesso è invece la premessa in cui la scrittrice ci regala un'interessante dissertazione sull'arte della simulazione e della dissimulazione collegata alla scrittura. Voto: 3 stelle e mezzo "Chi ha paura di Suor Virginia" di Ben Pastor. Che Ben Pastor sia una scrittrice di livello eccelso lo sanno anche i sassi. Allo stesso tempo è un'autrice molto impegnativa alla quale risulta spesso difficoltoso avvicinarsi. Questo racconto, il più prolisso, narra la storia della monaca di Monza e del probabile complotto ai suoi danni. Obiettivamente è pesante alla fruizione. 3 stelle e mezzo (più per il rispetto nei confronti dell'autrice). "L'ordinanza" di Elisabetta Bucciarelli: racconto di qualità eccelsa, una delle punte assolute dell'antologia. La vicenda narrata è quella della Contessa Tiepolo e, per chi non la conoscesse, è quella che regala la sorpresa più forte, nel suo finale che sa di resa e sconfitta. Il lavoro della Bucciarelli è come quello dell'abile falegname che lavora con magia la materia. Tra immagini e metafore efficaci che sono una pura delizia per il lettore. 5 stelle super "La donna che spaventò la morte" di Michael Gregorio: macabro e lugubre ai limiti della sostenibilità. La coppia di scrittori celata sotto lo pseudonimo che già ha regalato tre thriller storici per Einaudi, narra la vicenda di Leonarda Cianciulli, alias "La saponificatrice di Correggio". Entrare nella sua cucina di Via Cavour 11 a Correggio è come fare un viaggio di sola andata nell'inferno. Voto: 4 stelle e mezzo "Una vita normale" di Lorenza Ghinelli. Per il sottoscritto Lorenza Ghinelli rappresenta uno dei più grandi talenti che il nostro paese abbia partorito. La sua scrittura è fuoco puro e magma bollente, l'energia prepotente che esce dalle pagine riesce a fare vibrare le corde dell'anima. Delle 8 scrittrici Lorenza è quella che, a mio avviso, riesce a tratteggiare al meglio, in maniera palpabile, la sua assassina. Rina Fort, alias "La belva di San Gregorio" ci viene descritta senza filtri, nella sua sofferta umanità e triste destino, il quale ha provato in tutti i modi a riscattare. La Ghinelli graffia, denuncia con coraggio un’opinione pubblica ipocrita e perbenista che giudica senza comprendere. Come una belva. Voto 5 stelle con lode “Non sono un’assassina” di Cinzia Tani. E’ il racconto che mi ha lasciato più insensibile, forse per il fatto che si tratta quasi di una fredda cronaca giornalistica. La storia raccontata è quella della Contessa Bellentani, Voto: 3 Un plauso sentito al deus ex machina Luca Crovi che ha messo in piedi questo straordinario progetto.
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