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Il treno
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Il treno - Georges Simenon - copertina
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treno

Descrizione


Maggio 1940. Le truppe della Wehrmacht dilagano in Belgio e minacciano i confini della Francia. Dalle Ardenne sciami di profughi lasciano le loro case prendendo d'assalto i pochi treni disponibili. Nel carro bestiame di un convoglio che procede lentissimo verso La Rochelle, un uomo mediocre, miope e di salute cagionevole, un uomo con una piccola vita mediocre e mediocremente serena, incontrerà una donna di cui non saprà altro, nelle poche settimane che passeranno insieme, se non che è una cèca di origine ebrea, e che è stata in prigione a Namur. Fra loro, all'inizio del viaggio che li porterà fino alla Rochelle, non ci sono che sguardi, ma un po' alla volta, senza che nulla sia stato detto, le due solitarie creature diventano inseparabili; finché, durante la prima notte che passano l'una accanto all'altro sulla paglia per terra, confusi fra altri corpi sconosciuti, accadrà qualcosa di inimmaginabile. Sarà l'inizio di una passione amorosa che li isolerà da tutto ciò che accade intorno a loro (l'occupazione tedesca, i convogli di sfollati, il tendone da circo che li ospita insieme ad altre decine di profughi), chiudendoli in un bozzolo fatto di desiderio, di gioco e di una scandalosa, disperata, effimera felicità.
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Dettagli

2008
23 gennaio 2008
146 p., Brossura
Le train
9788845922435

Valutazioni e recensioni

YMD
Recensioni: 4/5

Da leggere assolutamente!

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Recensioni: 5/5

"Il treno" è, certamente, un romanzo che fa bene il suo lavoro. Trattando di guerra, è perfettamente in grado di far vivere ogni atmosfera, e spargere quell'aria di grigiume che la contraddistingue, anche nella stanza "serena" del lettore. La tristezza propria della tematica, però, non è così accentuata, poiché il libro ci mostra un altro punto di vista: la prospettiva di un uomo mediocre, quasi inetto, che vive la guerra come modo per sfuggire a questa mediocrità, a questa inettitudine.

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Renzo Montagnoli
Recensioni: 4/5

E’ innegabile che fra le straordinarie qualità di narratore di Georges Simenon vi sia anche quella di portare alla ribalta personaggi di modesto spessore, degli uomini qualunque quindi, quasi sempre perfettamente anonimi. In genere sono membri della piccola borghesia, schiavi di abitudini al punto da rendere la vita un grigiore quotidiano, ed è questo anche il caso di Marcel, sposato con una donna prossima a partorire, padre di una bambina, proprietario di una villetta e artigiano che si occupa della riparazione di apparecchi radio, nonché della loro vendita. E’ del resto sempre il caso che porta in luce questi mediocri protagonisti e in questa circostanza gioca un ruolo determinante l’invasione del Belgio, dove l’uomo risiede, da parte dei tedeschi agli inizi della seconda guerra mondiale. Tutti fuggono, anche lui, e come tutti senza una meta ben precisa, solo che nel treno con cui si muove avrà un incontro che potrebbe determinare una svolta nella sua vita, il risveglio da un sonno letargico che da sempre l’accompagna, la rottura definitiva con un mondo in cui si crogiola senza esserne pienamente soddisfatto. Non sarà così, nemmeno un atto d’amore con una sconosciuta profuga ebrea potrà disturbare il suo stile di vita e ognuno andrà per la sua strada, soprattutto lui che ritornerà a quel mondo asfittico, ma protettivo in cui ha sempre vissuto. E se la donna proverà dolore dalla separazione, Marcel invece finirà con il considerare quell’incontro come una parentesi, rinnegando la passione che lo aveva preso, rinunciando a un cambiamento, atteggiamento tipico di un uomo senza qualità. Certo lei non aveva nulla da perdere, mentre lui qualcosa a cui attaccarsi, anche se modesto e quotidiano, l’ha sempre avuto. Si potrebbe dire che chi nasce senza il desiderio di costruirsi una vita sua, diventerà un perfetto anonimo, confuso nel grigiore di tutti i giorni, incapace non solo di autentici sentimenti, ma anche talmente egoista da non amare nemmeno se stesso. Marcel é un mediocre, un essere per cui non si prova simpatia, ma Simenon é riuscito a farne un personaggio indimenticabile, un essere di una banalità sorprendente, ma pur tuttavia portatore di un malessere rappresentato da una latente infelicità, a cui lui comunque non intende porre rimedio, nonostante l’occasione che gli si era presentata, troppo rivoluzionaria per le sue abitudini.

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Georges Simenon

1903, Liegi (Belgio)

Romanziere francese di origine belga. La sua vastissima produzione (circa 500 romanzi) occupa un posto di primo piano nella narrativa europea. Grande importanza ha poi all'interno del genere poliziesco, grazie soprattutto al celebre personaggio del commissario Maigret. La tiratura complessiva delle sue opere, tradotte in oltre cinquanta lingue e pubblicate in più di quaranta paesi, supera i settecento milioni di copie. Secondo l'Index Translationum, un database curato dall'UNESCO, Georges Simenon è il quindicesimo autore più tradotto di sempre. Grande lettore fin da ragazzo in particolare di Dumas, Dickens, Balzac, Stendhal, Conrad e Stevenson, e dei classici. Nel 1919 entra come cronista alla «Gazette de Liège», dove rimane per oltre...

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