Un uomo comune, rassegnato che ha avuto una vita dolorosa e si è dato delle regole per non soffrire: essere un buon marito, anche se non innamorato, un buon lavoratore, un buon cittadino. La condizione di sfollato impostogli dall’invasione tedesca, risveglia in lui sensazioni sopite e passioni mai provate. Ma la rassegnazione lo costringerà a ritornare l’uomo banale e ordinario di sempre.
Il treno
«Un romanzo più unico che raro per Simenon, che è stato ossessionato dai ricordi della guerra e che nel '40 è stato responsabile di un campo di profughi belgi a La Rochelle» - Fabrizia Ramondino, l'Espresso
«Grande romanzo, Il treno: per la capacità del suo autore di concentrare in meno di centocinquanta pagine l'affresco storico e la vicenda privata; per la straordinaria efficacia dei dialoghi... per la sapienza con la quale (bastano talvolta pochi tocchi: un corpo nudo sotto il vestito, un paio di mutandine stese al sole) l'immaginazione sa nutrire l'erotismo.» (Giorgio Montefoschi)-
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Anno edizione:2020
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Barbarachicca24 17 gennaio 2025un uomo comune è la difficoltà di essere un buon marito, un buon cittadino e un buon lavoratore
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Marti27 22 gennaio 2024Breve ma intenso
Il titolo di questa recensione potrà sembrare una frase fatta, ma è senz'altro adatto al libro in questione. Una storia febbrile in un periodo storico che mette alla prova ogni aspetto della natura umana, un'avventura nata per aver preso un treno al posto di un altro e un finale forse prevedibile, ma comunque coinvolgente.
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Annamaria.R 25 maggio 2022Il treno
Chi legge Simenon sa che il suo punto di forza è la capacità di intessere trame stupefacenti per originalità e profondità, attraverso o nonostante una scrittura essenziale. Ed è altrettanto vero che non si può ignorare che dietro ogni trama c’è una lettura psicologica, che i suoi protagonisti sono spesso personaggi umili, mediocri con le paure e i limiti di ogni essere umano. Ed è quello che si percepisce con “Il Treno”, racconto dal titolo emblematico. È l’alba del 10 maggio 1940. Marcel si è svegliato presto quella mattina. A svegliarlo non è stata sola l’aria umida e calda della stanza, quanto piuttosto l’abitudine acquisita sin dai tempi del suo ricovero in un sanatorio. Ha tutto il tempo per godersi con calma questo dolce momento della giornata, mentre la moglie e la figlia dormono ancora. Ma a turbare la quiete mattutina , una comunicazione da una stazione radio belga. I tedeschi hanno invaso il Belgio. La guerra si sta facendo pericolosamente vicina. Preparati in fretta i bagagli, la famigliola si dirigerà verso la stazione con la speranza di salire su uno di quei treni per sfollati, ma nella confusione generale verranno divisi. Marcel salirà su un vagone merci. Su quel convoglio senza tempo e senza meta alcuna, viaggerà con altri sfollati, compagni di viaggio sconosciuti, con cui condividerà tutti i disagi che quel viaggio comporta. Una ragazza vestita di nero e senza bagaglio catturerà la sua attenzione….”Il Treno” è dunque una meravigliosa metafora. Sullo sfondo c’è la guerra, quella vera, con gli aerei che si abbassano sui convogli in corsa con i feriti e con i morti, ma è soprattutto un viaggio inteso come ricerca di se’ . E poi ci sono i ricordi, quelli che vengono interpellati per poter dire “non sono sempre stato così . Simenon riesce , con maestria, a presentarci una lettura come mezzo di analisi e di riflessione profonda su se stessi. Una trama “superba” che lascia un segno.
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