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Mafia republic
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Mafia republic - John Dickie - copertina
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Mafia republic

Descrizione


"Mafia Republic si basa su due semplici principi: il primo è che fra le tre grandi mafie italiane esistono molte più differenze di quanto potrebbe sembrare a prima vista. L'altro principio è che a dispetto di queste differenze le mafie hanno molto in comune, innanzi tutto il rapporto perverso con lo Stato italiano. Uno Stato in cui si sono infiltrate, con cui hanno collaborato, contro cui hanno combattuto. L'Italia non ha entità criminali statiche e solitarie, ma un ricco ecosistema malavitoso che continua ancora oggi a generare nuove forme di vita." Questo è il racconto di una storia lunga più di sessant'anni che si intreccia in molte, troppe, fasi con quella della Repubblica italiana.
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Dettagli

2016
Tascabile
31 marzo 2016
XVIII-532 p., Brossura
9788858123881

Valutazioni e recensioni

LUCA AMBROSINO
Recensioni: 4/5

Mi sono sempre documentato molto sulla storia della mafia siciliana (Saverio Lodato, Marco Travaglio), abbastanza su quella della camorra napoletana (Roberto Saviano) e poco o niente sulla storia della 'ndrangheta calabrese. Tuttavia sono sempre stato curioso di leggere qualcosa sull'argomento "mafia" scritto da qualcuno che non fosse italiano. Premesso questo, quando ho avuto per le mani "Mafia Republic" dello storico britannico John Dickie (che per di più tratta in egual misura delle tre principali organizzazioni criminali italiane), l'ho comprato "senza pensier". L'autore ripercorre le vicende principali della criminalità organizzata in Italia a partire dal secondo dopoguerra fino a circa 5 anni fa. Soprattutto nella prima parte della sua narrazione l'autore fa capire quanto sia radicato nel territorio quel sentimento di omertà solidale tale per cui membri di spicco del sistema criminale organizzato, quali Giuseppe Musolino, Serafino Castagna "mostro di Presinaci", Pupetta Maresca 'e lampetielli' (lame guizzanti), assumono l'aspetto di figure quasi mitologiche nell'immaginario collettivo dell'epoca. La credenza popolare riguardo l'origine stessa delle mafie è emblematica. La leggenda narra che tre valorosi fratelli, di nome Osso, Mastrosso e Carcagnosso, cavalieri della Spagna medievale, furono ingiustamente perseguitati per aver vendicato lo stupro della sorella. I fratelli fuggirono a Favignana, un'isola remota al largo della Sicilia, e lì trascorsero anni ad elaborare le regole e i rituali dell'Onorata società, prima di separarsi ed intraprendere strade diverse. Osso andò in Sicilia per fondare "cosa nostra", Mastrosso si recò a Napoli per dare vita alla camorra, e Carcagnosso si stabilì in Calabria per generare la 'ndrangheta. Devono trascorrere lunghi anni prima che cosa nostra, camorra e 'ndrangheta vengano riconosciute come realtà criminose esistenti sul territorio italiano. Tra tutti gli oramai ben noti elementi distintivi delle mafie in Italia, come la corruzione, lo stragismo, l'omertà, l'imposizione coatta della propria volontà sulle istituzioni, ha attirato la mia attenzione un'aspetto che stupidamente ignoravo: la coalizione tra membri di mafie distinte. "Gradualmente, l'Italia meridionale stava sviluppando un sistema criminale molto più coeso che in passato. I membri delle tre mafie storiche dell'Italia hanno sempre avuto contatti reciproci, soprattutto per il tramite del sistema carcerario. Ma dagli anni Sessanta in poi i casi di doppia e perfino di tripla affiliazione diventarono sempre più comuni." Sì, perché dagli anni Sessanta in poi lo Stato italiano, con il dichiarato scopo di arginare il fenomeno in base al quale ex-detenuti sistematicamente rientravano nel giro criminoso subito dopo aver scontata la loro pena, introdusse una legge che "confinava" i membri di organizzazioni criminali al di fuori del loro territorio. Ed ecco che affiliati siciliani venivano confinati nel territorio campano, che negli anni sessanta si riteneva essere oramai sicuro e bonificato dalle organizzazioni criminali, per favorirne un sano reintegro nella vita sociale. Questo è qualcosa di spaventoso. Uno dei punti di forza, e allo stesso tempo debolezza, delle organizzazioni criminali in Italia era stata la forte radicalizzazione nel territorio di appartenenza. Tuttavia, un provvedimento scellerato dello Stato ha allargato i confini delle mafie, rendendo possibile "un'alleanza delle alleanze". Lo Stato non si accontentava di avere tre grossi cancri, ora ne permetteva la diffusione in metastasi sull'intero territorio italiano e nel cuore delle amministrazioni. Se volete avere una visione storica globale sulle mafie principali che hanno operato e che operano tuttora in Italia, questo testo è un'ottima scelta, fidatevi.

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