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Anno edizione: 2017
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Fair Play è stata una rivelazione: una delicatissima storia d'amore, rispetto, amicizia e arte, breve e dolcissima. La narrazione procede in modo semplice e pulito, saltando da un ricordo all'altro. I dialoghi sono brevi, rapidi, non una parola superflua viene sprecata in queso romanzo. Ho amato il fatto che fosse interamente costruito sul non detto, sui silenzi e sugli sguardi delle due protagoniste (entrambe descritte superbamente), sui piccoli gesti quotidiani. Questo libro mi ha permesso di conoscere un'autrice geniale, estremamente comunicativa e di cui certamente recupererò altre opere.
Il motto di Tove Jansson era definito da un imperativo ed un infinito "Labora et amare". Al primo posto per lei c'era il lavoro, e poi l'amore, le due dimensioni della sua vita. "Labora" rientra nell'adesso di una esistenza "laborata" in pienezza, è un amorevole imperativo, amare ci trascina nell'infinito che non ha confini. Tove Jansson ha trascritto la fierezza del suo rapporto con la compagna di una vita, pittrice, raccontando le loro giornate scandite dal lavoro, ma anche dalla pesca nell'arcipelago e dalla manutenzione della barca e della casa. Il loro linguaggio è caratterizzato da un fraseggio limpido, i sentimenti, mai espressi, sono tratteggiati nei gesti quotidiani. Lo stile di Jansson è leggero, piccole pennellate di magistrale efficacia indicano ciò che realmente sta accadendo nelle loro vite, così diverse e così simili, mentre il vento della tempesta imperversa o il fuoco scoppietta nel camino della casa. Quando si prospetterà la possibilità per Jonna di allontanarsi per lavoro, non venendo mai meno il rispetto e l'indipendenza per l'una e per l'altra, la sua assenza si trasformerà nella possibilità di vivere una solitudine "piena" che solo chi vive veramente lo "stato di grazia dell'amore" può permettersi.
Emozioni profonde e pacate e spunti di riflessione che tra le pagine giungono con semplicità e sapienza. Labora et ama (re), è uno dei motti principali di Tove Jansson, e in queste pagine c'è, l'uno e l'altro, l'una e l'altra. Vita e Arte in un testo intimo che scandaglia il quotidiano sentire e fare, ordinario e straordinario, di due vite indipendenti ma fortemente condivise. Dialoghi e silenzi, equilibri "lievi e rivoluzionari" (come riporta la quarta) all'insegna di quella libertà che accompagna una riuscita storia d'amore. "Fai Play è una vera opera d'arte" afferma Ali Smith nella bellissima postfazione. Sono d'accordo!
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