Oltre il muro

Quando si è bimbi non è semplice comprendere il mondo degli adulti. A ragione, molte cose appaiono assurde, quasi irrazionali, se osservate con occhi innocenti. Quante cose i grandi cercano di complicare, quante paure hanno anche loro e quanti limiti da superare. Quando si è bimbi si usa l’immaginazione per evadere, per scappare di fronte a situazioni, o a sentimenti, che paiono immensi come montagne rocciose. Di quelle senza appigli, dove nemmeno gli stambecchi andrebbero. Come la perdita di una persona cara. “Per sopravvivere ti aggrappi ai ricordi, quelli che accumuli da bambino” E con l’immaginazione, in un mondo parallelo, magico e stravagante, totalmente incasinato come quello dei sogni, Pepe, undici anni, affronta le sue paure e comprende come, ad ogni azione anche piccina, corrisponda una reazione. Impara a non perdersi d’animo, a non scoraggiarsi, ma anche a scappare via e smarrirsi nel dolore. Ma soprattutto impara a tornare. La matita e gli acquerelli di Sandoval sono come sempre magistrali, e conferiscono a tutta la storia un’aria nostalgica, onirica e ovattata. Le parole usate da Paquet sono semplici, pensieri di bambino, a volte forse sin troppo esplicative. Un graphic novel da leggere almeno due volte per esplorare i molteplici livelli di lettura.

Questo volume dovrebbe aiutare ad elaborare un lutto, ma è di un pessimismo tale che non mi meraviglierei se a fine lettura qualcuno venisse colto da un impulso suicida. Da notare che il volume fa parte della collana dei Tipitondi, ovvero quella rivolta ai bambini, ma io non glielo farei leggere nemmeno sotto tortura. Secondo me ci sono letture migliori per affrontare questi argomenti! I disegni di Sandoval d'altra parte sono belli come sempre!

racconto incentrato sulla perdita affrontata da un ragazzo di 11 anni. Pepeto, dopo una marachella, torna a casa e con gli occhi dell'immaginazione, si ritrova presto dentro al muro di casa sua. Comincia così il suo viaggio, che racconta in realtà una paralisi interiore. Viene trasportato da un mondo all'altro: una collina di fiori, una caverna buia, sott'acqua in una fontana dei desideri, in una stazione apparentemente dispersa. Incontrerà tanti adulti a cui chiedere aiuto ma non riuscirà a trovare la strada di casa, se non quando, stanco di vagare, involontariamente ridona la vista a un vecchio cieco. E quanto torniamo, con lui, nel mondo reale scopriamo la tragedia che lo ha afflitto e capiamo tutto: in queste poche pagine, Pepeto cerca un modo per evadere dalla terribile realtà. Ma anche la sua immaginazione si tinge dei colori del terribile, della paura, del perdersi. Si sente in trappola e non riesce a fuggire. Vorrebbe sparire ma alla fine sceglie la vita, per quanto dolorosa e difficile possa essere. Perdere qualcuno è un'esperienza devastante per chiunque, figuriamoci per un adolescente di soli 11 anni che si ritrova a perdere un genitore! I genitori riescono ad accompagnarlo nel suo viaggio di scoperto della mancanza in modo forte, anche brutale per certi versi, ma adatto alla sua età. Non bisogna avere paura di stare male, ma affrontare il dolore e la solitudine, per uscirne più forti. I disegni sono come sempre meravigliosi, si percepisce la mano di Sandoval: colori che si mescolano a luci ed ombre, tratti incerti ma ben marcati, personaggi caricaturali, quasi deformati. I tratti di questo fumetto sono poesia.