Il progetto di conservazione del «Castello» di San Fili a Stignano. Ricerca e formazione a servizio del territorio in Calabria
Il progetto di conservazione del “castello” di San Fili, pubblicato dal Ce.Re.Re., elaborato da un gruppo di lavoro costituito da tre laureati e dodici studenti del Corso di laurea in Storia e conservazione dei beni architettonici e ambientali della Facoltà di Architettura di Reggio Calabria, rappresenta il prodotto della collaborazione tra Università, Sovrintendenza e Amministrazione Comunale di Stignano e un esempio di applicazione dello spirito della riforma universitaria che sottolinea l’importanza del rapporto tra l’Università e il suo territorio come ambito dove far ricadere i risultati della ricerca, individuando anche i quadri professionali nei quali indirizzare la formazione. Una formazione che consenta, attraverso applicazioni concrete, di mettere in primo piano l’apprendimento e la immediata spendibilità nel mondo del lavoro delle capacità acquisite, rispetto alla vecchia istituzione universitaria basata su un insegnamento di tipo essenzialmente teorico. Gli elaborati grafici eseguiti, sempre collegialmente, nel Laboratorio del Dipartimento PAU, redatti sia nella forma di un progetto completo da presentare al committente, sia in tavole per l’esposizione, affiancati dalle analisi di materiali e delle malte effettuate da ricercatori del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università della Calabria, consentono di presentare un “modello” di progetto di conservazione. Esso vuole testimoniare l’approccio al problema del restauro affrontato dalle competenze della nuova figura professionale del “conservatore” laureato in una Facoltà di Architettura, uno specialista in grado di riconoscere i valori da conservare in un edificio storico, di indicare le tecniche più opportune per l’intervento e capace di operare insieme ad altre competenze professionali. Oggetto di applicazione di questa esperienza è un originale impianto settecentesco triangolare a tre torri, nel territorio di Stignano (in provincia di Reggio Calabria) che appare un modello a scala ridotta di castello, probabilmente destinato alla funzione di “casino di caccia”, in un territorio connesso alla produzione agricola, ma anche luogo di scambi della vita sociale, in perfetta sintonia con la cultura diffusa in periodo borbonico nel Regno di Napoli.
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" Q1 Ce.Re.Re. - Storia e Conservazione dei beni architettonici e ambientali, Facoltà di architettura di Reggio Calabria ". Brossura originale con copertina illustrata a colori, 142 pagine con disegni e figure in nero e a colori nel testo. Libro in perfette condizioni, spedizione in 24 ore dalla conferma dell'ordine..
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Anno edizione:2000
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