Pussy

Fracasso è davvero abbastanza stupido da riuscire a incarnare la scelta del suo popolo?

Dovremmo essere nell'età dell'oro: nella fortificata repubblica di Urbs-Ludus, la crescita della proprietà privata procede a passo spedito; hotel a cinque stelle, spa, casinò e altre imprese dell'ozio con cui stupire la popolazione, non scarseggiano di certo. Ma non va tutto così bene nel palazzo dai cancelli d'oro dove il Principe Fracasso, il leader designato sulle cui spalle pesano le speranze di suo padre e del futuro della Repubblica, trascorre la giovinezza, abbuffandosi di reality show in TV, sognando di essere l'eroe di qualche film violento, e spiando sotto le gonne della sua istitutrice. Non conosce le buone maniere, non sa cosa sia la curiosità e si esprime con una manciata di parole appena. Mentre i suoi genitori si chiedono a quale asino borioso, destinato a chissà quali depravazioni, abbiano dato la luce - e se non fosse per i suoi capelli color crema dubiterebbero pure del fatto che Fracasso sia effettivamente loro figlio - il popolo diventa sempre più irrequieto. Il costo della vita cresce veloce come i grattacieli. La gente reclama un governo più ispirato. Tempi disperati richiedono misure disperate, così Fracasso viene spedito all'estero per completare gli studi. Dopo un turbine di incontri con leader mondiali, ormai esperti nell'arte di non dire mai quello che pensano, dittatori machisti e celebrati, prostitute, concorsi di bellezza, Twitter e terrorismo, Fracasso fa ritorno in patria, ansioso di renderla di nuovo "grande". Ma ce la farà a sconfiggere la sua avversaria - una femminista che fa campagna in tailleur-pantalone, che non solo ha letto dei libri, ma ne ha pure scritto uno e si esprime con parole che vanno oltre una sola sillaba? Fracasso è davvero abbastanza stupido da riuscire a incarnare la scelta del suo popolo?