Da tempo cercavo un libro in cui leggerezza (e non superficialità), emozioni (e non scontato buonismo),curiosità (e non voyerismo fine a se stesso).. si coniugassero in un intreccio tanto composito quanto pulito come le note di una buona musica. E' uno scritto che solletica, che attira proprio come una melodia al contempo "familiare e misteriosa", dalla quale ci si trova piacevolemente trasportati. L'approdo però,in modo quasi subliminale, ci porta a scoprire anfratti psicologici solo apparentemente così "distanti da noi stessi",lasciandoci "imbrigliati" in un gioco di proiezioni e di sfumature che non vorresti finisse. Qualcosa di simile...ecco,..ma ad ognuno il gusto di scovare il "proprio personale rispecchiamento"! Luciana
Qualcosa di simile
"Questa breve nota vuole essere un'avvertenza ai lettori: se siete in cerca della pura evasione, di un blando intrattenimento - o, più semplicemente -, se siete deboli di stomaco, riponete questo libro e cercate altrove. Non che qui trovereste esplosioni di violenza, o schizzi di sangue; anzi, per certi versi le pagine di questa raccolta risplendono di un perfetto nitore, una prosa pulita e sorvegliata che evoca alla mente il supremo controllo stilistico delle grandi regine del genere, come Yòko Ogawa, Shirley Jackson e Alice Munro. Ma i dieci racconti qui riuniti - racconti che sono attraversati, come da tanti piani di sezione, da una serie di temi tra loro speculari: la musica e il suo complemento, il genio; l'arte culinaria e la sua ombra, il digiuno; il Giappone come luogo ideale, terra di epifanie - posseggono senza dubbio un tratto comune, ovvero una disarmante intensità, una straordinaria forza emotiva. Siete dunque avvisati. Privi di un titolo, contrassegnati soltanto da un numero come i capitoli di un'unica, composita visione, questi racconti vi cattureranno e vi faranno emozionare, incalzandovi, per poi arretrare davanti ai vostri occhi, e riaffiorare in seguito nel ricordo. Sì, "Qualcosa di simile" è uno di quegli oggetti - come lo Zahir di cui scriveva Borges, o la "scatola dei sogni" che compare in Mulholland Drive - che di rado si incontrano nella vita di tutti i giorni, e che vi costringeranno a calarvi in un abisso ancora inesplorato, dal quale emergerete diversi."
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Autore:
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Editore:
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Collana:
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Anno edizione:2011
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Una scrittura fluida, complessa eppure semplice all'orecchio e un disegno narrativo lucido in cui, già dal quinto racconto, si svela un intreccio inaspettato. Dal momento in cui ogni tassello sembra legato all'altro, si innesca la curiosità di scoprire il quadro d'insieme ed é un processo che infine avvince e traghetta il lettore da un racconto all'altro, in una navigazione in cui la calma non è rassicurante e l'acqua diventa sempre più profonda. E' da consigliare a coloro che non si accontentano della banalità e che apprezzano un'eccellente scrittura.
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SARA PIAZZA 26 maggio 2011
Piccolo gioiello di narrativa. E dico piccolo solo perché è breve, non certo per sminuirne il valore, visto che le ridotte dimensioni sono pregio e non difetto. Dieci racconti narrati con voce dolce e chiara spaziano tra temi diversi, geografie e età differenti, restando tuttavia incatenati l'uno all'altro con un equilibrio inspiegabile. Pace e inquietudine mischiate in un groviglio perfetto.
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