Un libro a cui è difficile star dietro, nel quale domina un marasma di confusione. Troppi personaggi per un numero così ristretto di pagine, il risultato è che nessuno viene sviscerato veramente, e infatti tanti filoni restano monchi, inspiegabilmente incompiuti e abbandonati. Molti inoltre gli aspetti appena accennati e mai davvero esauriti al completo. Resta infine quasi un disequilibrio tra il fulcro – la storia della ragazza selvaggia –, che viene quasi lasciato in secondo piano, e tutto il resto. Si arriva alla fine senza aver capito quale senso abbia avuto leggere (e scrivere) tale libro. Un romanzo sbagliato.
Finalista Premio Campiello 2017.
Riprendendo in forma nuova e sorprendente alcuni temi del suo primo romanzo, Laura Pugno ci guida con passo sicuro e con una scrittura essenziale nell'esplorazione di un immaginario potente, affascinante e forse profetico.
"Voleva scendere al paese vecchio e rivedere la casa di zia Sagitta. Sperava che il bosco facesse in tempo a divorarla interamente"
"Tessa aprì la porta sul buio del bosco": così comincia "La ragazza selvaggia", e davvero il quinto romanzo di Laura Pugno è tutto uno spalancarsi di porte sul buio: sul buio del bosco; sul buio del dramma della famiglia Held - la madre alienata dopo la sparizione della figlia adottiva Dasha e l'incidente in seguito al quale Nina, la gemella, vive in stato vegetativo; sul buio di Nicola Varriale, il cui padre generoso ed entusiasta - socio di Held in affari con la riserva naturale sperimentale di Stellaria - si è gettato ubriaco dal balcone; sul buio, finalmente, della protagonista Tessa, biologa, che vive in un container ai margini della riserva conducendo osservazioni e studi: una donna che ormai "abita la solitudine come un altro corpo". A lei toccherà la sorte di ritrovare casualmente Dasha, vissuta anni nel bosco e ormai del tutto selvaggia. Ci interroga, questo romanzo che può essere descritto come una storia di revenant, o il racconto d'un groviglio di vite umane osservato con una compassione senza lacrime. Ci interroga su che cosa è - attorno a noi, in noi - ciò che chiamiamo "natura"; sui confini tra l'umano e l'animale; sul senso di legami familiari frutto di scelte, o del caso, e non della carne.
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Rimanenza di magazzino, libro nuovo che presenta lievi imperfezioni di copertina.
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Anno edizione:2016
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Castiglione Mariotti 05 dicembre 2017
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