Il raid Roma-Tokyo
Il 31 maggio 1920, due aerei italiani inauguravano il primo collegamento aereo col Giappone. Erano i superstiti di una pattuglia di undici velivoli che, partendo da Roma, avrebbero dovuto raggiungere Tokyo. Ce la fecero Arturo Ferrarin e Guido Masiero, entrambi provetti piloti: l’onore dell’impresa va, però, attribuito a Ferrarin, l’unico che riuscì a completare la grande trasvolata usando solo il mezzo aereo. In un’epoca che si apriva alle grandi imprese aviatorie, quella di Ferrarin è diventata leggenda: il suo nome è legato indissolubilmente al raid Roma-Tokyo. In un percorso costellato di innumerevoli difficoltà organizzative, logistiche, ambientali, tecniche ma anche politiche, e con un mezzo aereo non adatto a trasvolate continentali, portò a termine l’impresa con quel pizzico di fortuna che aiuta gli audaci. Nella mente degli organizzatori si chiedeva a un grillo di fare il balzo di una lepre. Nel 1928 fu protagonista di un’altra storica impresa: insieme a Carlo Del Prete compì la prima trasvolata dall’Italia al Brasile senza scalo. L’Onu gli ha tributato il riconoscimento di “eroe dell’aria” dopo Charles Lindberg.
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Anno edizione:2022
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