In questo nuovo capitolo della sua opera, Luciano Erba sembra muovere ancora di più il suo sguardo verso il sottile mistero di una quotidianità in apparenza quieta e indifferente, e che invece presenta atmosfere sottilmente turbate, momenti di vertigine ansiosa. È sorprendente osservare come nel corso dei decenni l'autore di "Remi in barca" non solo non abbia mai smarrito la nitidezza e l'incanto della sua pronuncia, ma abbia saputo ogni volta proporsi con una freschezza e una vitalità che rendono impeccabile la ben nota grazia dei suoi versi. Che pure, con il passare degli anni e delle età, si fanno sempre più venati o internamente increspati da una naturale vena di malinconia, dal senso del tempo che passa e ci cancella a poco a poco. Ma Luciano Erba è poeta di raffinate sfumature, non di colori forti e netti, e allora sa passare, con assoluta naturalezza, da accenti di velata tristezza all'emozione autentica e leggera di quegli impagabili momenti in cui il tempo sembra assentarsi pigramente, lasciandoci abitare, piacevolmente sospesi, nella pace e nell'armonia di un presente assoluto. Sono gioie feriali, nelle quali però si assapora una sorta di metafisico abbandono, e Luciano Erba sa trasmettercene il gusto pieno.
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Anno edizione:2006
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