Resistere nel dopoguerra infinito. Il caso Napoli
Continuare a raccontare la Resistenza è importante. Soprattutto da quando la rivoluzione tecnologica e delle comunicazioni ci ha proiettati in una sorta di "Dopoguerra Infinito". E proprio nella precarietà del nostro presente, schiacciato da continue minacce - guerre internazionali, contrasti interni - siamo continuamente chiamati a "resistere", per ricostruire l'edificio morale del "consorzio umano". Abbiamo tuttavia bisogno di nuove narrazioni, capaci di ridare intensità a un racconto storico ancorato a griglie ideologiche sempre più inadeguate davanti alla complessità del reale. E Napoli è un caso emblematico perché, come forse nessun'altra città al mondo, ha prodotto un "Dopoguerra Infinito" fatto di romanzi, di teatro, di cinema; utilizzando il mito della miseria e della distruzione per giustificare, in qualche modo, la precarietà dalla quale non riesce - o non vuole - emanciparsi. Per uscire da quest'alibi, bisogna probabilmente ribaltare il paradigma della "Storia maestra di vita", e fare in modo che, al contrario, sia la nostra stessa vita maestra della Storia, spezzando - attraverso nuove consapevolezze - la cieca ripetizione di guerre e contrasti.
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Anno edizione:2025
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