Un romanzo che merita di essere letto per la capacità che Elisabeth Strout ha di esplorare ciò che la perdita lascia in coloro che sopravvivono. Il marito: un brillante reverendo di una piccola cittadina del Maine degli anni 50 che, prigioniero del proprio ruolo, cerca di controllare le proprie emozioni spingendosi al limite, e anche oltre. La figlia: una bimba di 5 anni che trasforma lo strazio che prova in un silenzio che nessuno riesce a comprendere. Intorno a loro, gli altri familiari e i parrocchiani di questo piccolo paese del Maine, tutti a loro modo incapaci di comprendere o alleviare il dolore della perdita.
Tyler Caskey è una presenza insolita per la comunità di West Arinett. È giovane e i suoi sermoni sono brillanti, frutto di una preparazione e di una sensibilità fuori dal comune. Ed è diverso dalle precedenti guide spirituali che i fedeli hanno conosciuto perché ha carisma, e una moglie di grande bellezza e sensualità accanto. Quasi uno schiaffo di vitalità per tutta la cittadina. Eppure un giorno tutto può cambiare, l'attrazione trasformarsi in sospetto e maldicenza. La giovane signora Caskey muore. Una morte che travolgerà il marito e le loro bambine in modo irreversibile. La figlia maggiore, Katherine, di appena cinque anni, smette di parlare chiudendosi in un silenzio impenetrabile; Tyler non trova più le parole adatte in chiesa, né alcuna misericordia per chi si rivela ottuso, arido, distante. Cosa resta, quindi, del conforto religioso? È vero, sono i conformisti anni Cinquanta, e West Annett è nel Maine, una terra di antichi pionieri rigidamente protestanti. Ma "Resta con me" si dilata oltre ogni confine e ci conduce nelle pieghe più oscure dei rapporti affettivi, lì dove ogni perdita può rivoluzionare una vita. Scendere, per risalire più in alto: questa è Elizabeth Strout, nella sua scrittura puntuale, nei chiaroscuri emozionali, e in quello sguardo sul mondo nel quale dilaga ancora, inaspettata e dunque più preziosa, l'eco di un'imperscrutabile salvezza.
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<p>Brossura editoriale con bandelle, 372 pagine. Copia in condizioni pari al nuovo -- Tyler Caskey &egrave; una presenza insolita per la comunit&agrave; di West Arinett. &Egrave; giovane e i suoi sermoni sono brillanti, frutto di una preparazione e di una sensibilit&agrave; fuori dal comune. Ed &egrave; diverso dalle precedenti guide spirituali che i fedeli hanno conosciuto perch&eacute; ha carisma, e una moglie di grande bellezza e sensualit&agrave; accanto. Quasi uno schiaffo di vitalit&agrave; per tutta la cittadina. Eppure un giorno tutto pu&ograve; cambiare, l'attrazione trasformarsi in sospetto e maldicenza. La giovane signora Caskey muore. Una morte che travolger&agrave; il marito e le loro bambine in modo irreversibile. La figlia maggiore, Katherine, di appena cinque anni, smette di parlare chiudendosi in un silenzio impenetrabile; Tyler non trova pi&ugrave; le parole adatte in chiesa, n&eacute; alcuna misericordia per chi si rivela ottuso, arido, distante. Cosa resta, quindi, del conforto religioso? &Egrave; vero, sono i conformisti anni Cinquanta, e West Annett &egrave; nel Maine, una terra di antichi pionieri rigidamente protestanti. Ma ''Resta con me'' si dilata oltre ogni confine e ci conduce nelle pieghe pi&ugrave; oscure dei rapporti affettivi, l&igrave; dove ogni perdita pu&ograve; rivoluzionare una vita. Scendere, per risalire pi&ugrave; in alto: questa &egrave; Elizabeth Strout, nella sua scrittura puntuale, nei chiaroscuri emozionali, e in quello sguardo sul mondo nel quale dilaga ancora, inaspettata e dunque pi&ugrave; preziosa, l'eco di un'imperscrutabile salvezza.</p>.
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Traduttore:
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Editore:
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Anno edizione:2010
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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sara_october 29 settembre 2022
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SILVIA CANZI 05 agosto 2010
Chi ha già apprezzato l'autrice con Olive Kitteridge o Amy e Isabelle non puo’ non amare anche questo romanzo. Protagonista è un reverendo di una piccola cittadina americana, rimasto vedovo con due bimbe piccole. Pagina dopo pagina viviamo il dolore di questa perdita, i segni indelebili che lascia sulla sua vita e quella delle bimbe, in particolare Katherine, la più grande. Con grande introspezione e cura dei particolari la Strout ci accompagna in questo percorso di dolore, dalle mille sfaccettature. E come sempre, accanto al protagonista, ci sono le esistenze della sua comunità di parrocchiani ad arricchire la storia. Scritto benissimo, con uno stile più maturo rispetto ad Amy e Isabelle, si ha la sensazione di vivere in prima persona il quotidiano di questi personaggi. Insomma, la Strout non mi ha deluso neanche questa volta!
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FRANCESCA DICUONZO 08 luglio 2010
Non all'altezza di Olive Kitteridge ma comunque un ottimo romanzo. L'elaborazione del lutto ne è l'argomento principale trattato con cura, delicatezza e disarmante realismo. La Strout è una delle migliori scrittrici contemporanee e sono stupita, quantomeno dispiaciuta, di non trovare i suoi libri tra i primi posti della classifica.
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