"Le ricamatrici" di Ester Rizzo sono un libro estremamente coinvolgente per la triste verità che riesce a dire pur nella leggerezza di una narrazione semplice e senza colpi di scena. La stessa narrazione diventa forte e tagliente allorché manifesta l’impotenza, la rabbia, l’amarezza che gente come noi del sud si è trascinata dietro per troppo tempo, sapendo quanto forte ed impietoso sia stato il peso della mafia. Ester Rizzo, con questo suo secondo scritto sul tema della rivendicazione dei diritti delle donne, ha recuperato una vicenda storica di piccole grandi donne del sud che sono riuscite a a portare avanti e a vincere una lotta fatta in nome della giustizia contro i soprusi della mafia. Bellissima la figura di Filippa, nonna e mamma dolcissima, donna forte e determinata, raccontata senza il fragore che la sua testimonianza storica forse imponeva, ma che a poco sarebbe servito in una narrazione tanto pacata e silenziosamente rumorosa. L’espediente narrativo è ben riuscito: la nostra scrittrice, concedendosi ad uno stile espressivo semplice e senza inutili orpelli, colloquiale e ricco di sfumature linguistiche che a tratti piacevolmente si affidano al vezzo dialettale, è riuscita a far rivivere anche nel linguaggio uno spaccato della Sicilia che “forse” non c’è più, ma con il quale dobbiamo ancora misurarci perché certamente vive tristemente nel cuore di tutti.
Le ricamatrici
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Negli anni Settanta, a Santa Caterina Villarmosa (CL), un gruppo di ricamatrici, da sempre sfruttate da committenti ed intermediari, decide di mettere fine alle angherie subite e di iniziare a reclamare i propri diritti di donne e di lavoratrici. Nel 1973 nasce così la "Lega delle ricamatrici", sostenuta da UDI, PCI e CGIL, grazie alla quale l'interesse sul racket degli intermediari cresce a dismisura e attira l'attenzione della stampa nazionale. I riflettori mediatici portano scompiglio nell'intera comunità, ma nonostante i disordini e le critiche Filippa e le sue ragazze dimostrano di avere ragione e riescono a far condannare i loro sfruttatori. Rincuorate dalla vittoria legale, le ricamatrici decidono di costituire una cooperativa, "La rosa rossa", ma il loro lavoro viene ostacolato da tanti piccoli atti intimidatori: la mafia delle minacce e dell'isolamento si insinua nelle loro vite, lenta ma inesorabile. Ester Rizzo, recuperando la storia vera di Filippa Rotondo e delle sue compagne, ne ha costruito un romanzo in cui queste donne, tra un punto ombra ed un punto rodi, raccontano le gioie e gli affanni della vita, le lotte e le conquiste femminili. Le ricamatrici si muovono tra vicoli e pietre antiche che le vogliono ancora docili ed ubbidienti, proprio per questo la loro ribellione non fu "indolore" ed ebbe conseguenze che segnarono il loro percorso personale e professionale. Prefazione di Gaetano Savatteri.
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Anno edizione:2018
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