The Rings of Saturn

Convinta dalle recensioni positive lette online, per quanto poche, ho acquistato il libro e mi sono immersa nella lettura. All'inizio, ho iniziato abbastanza entusiasta perché qualcuno paragonava l'autore addirittura a James Joyce. E poi, era particolare proprio l'esperienza che aveva mosso la stesura del volume. Sebald, nato in Germania e trapiantato in Inghilterra dove insegna letteratura tedesca, intraprende negli anni '90 del secolo scorso un viaggio a piedi con tanto di zaino in spalla nel Suffolk e quì attraversando posti rinomati storicamenti fa tutta una serie di riflessioni su personaggi, famiglie, generazioni che vi hanno vissuto e che hanno lasciato una sorta di traccia, per quanto flebile nel presente. Probabilmente a muovere l'autore è la nostalgia per ciò è stato, grande o misero non importa ma pur sempre bello nel fatto di essere irrimediabilmente perduto. Ma non escludo che le intenzioni fossero invece quelle di ravvivare e rinsaldare le radici con certe storia del passato. Il fatto sta però che , come accennavo all'inizio, la storia ti prende e ti trascina in altre epoche che l'autore comunque filtra con la propria percezione e analisi personali, ma dopo giorni di lettura l'effetto novità è andato scemando e mi sono ritrovare a continuare per inerzia, se non altro per esercitare l'inglese. Tuttavia, anche questo vantaggio risulta secondario perché il linguaggio che utilizza Sebald è letterario e di conseguenza è di poca utilità per chi vuole apprendere i modi di dire usati nella vita quotidiana. Insomma, ho terminato la lettura, ma non molto soddisfatta. Forse non sono riuscita ad entrare nel mood giusto, ma resta il fatto che , pur non pentendomi assolutamente di aver acquistato il libro, non mi ha preso come pensavo e speravo. Magari in un'altra fase della vita lo riprenderò in mano e sarà tutto diverso.