Romanzo russo - Alessandro Barbero - copertina
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Letteratura: Italia
Romanzo russo
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<p>Prima edizione. Collana "Scrittori italiani" - Volume in copertina rigida con sovraccoperta, 500 pagine. Copia come nuova, ovvero mai letta; edizione rara e ricercata -- Può un professore di storia tranquillo e un po' vile come Viktor Obilin pentirsi amaramente di aver assegnato a una studentessa caparbia e inconsapevolmente avventata come Tanja Borisovna la tesi di laurea "I quadri del Partito nella regione di Baku dal 1945 al 1953"? Sembra proprio di sì, soprattutto se siamo nel 1988, in pieno nuovo corso gorbacioviano, e tra perestrojka e glasnost l'immensa impalcatura del regime sovietico comincia a scricchiolare e a perdere pezzi. E allora negli archivi, mentre la vigilanza si allenta, i guardiani si distraggono e la fatalistica pigrizia dell'anima russa si rigenera dopo le ebbrezze del socialismo, ecco aprirsi crepe attraverso le quali anche un'innocente studiosa può venire a contatto, un po' per caso, un po' per curiosità, un po' per vendicativo accanimento, con alcune verità imbarazzanti, pericolose, mortali… Come Tanja, anche il giudice Nazar Kallistratovic Lappa, che indaga sull'assassinio di un religioso mussulmano, si trova in un mare di guai. Tra azeri, armeni, popolazioni inquiete in terre sempre più lontane da un centro che si disintegra, si muovono e tramano uomini di potere doppiamente compromessi: in gioventù nelle repressioni staliniane, oggi con i gruppi armati integralisti che pullulano alla periferia dell'impero. "Fiutando i futuri supplizi", recita un verso di Osip Mandelstam, il grande poeta fatto morire in campo di concentramento da Stalin. E chissà quali saranno i supplizi che si profilano all'orizzonte di questi enigmi le cui fila intricate sono gestite con diabolica abilità da Barbero, scrittore impeccabile nell'organizzare l'avventura serrata e gustosamente mimetico nel riprodurre atmosfere, cadenze e vezzi dei grandi ro

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Romanzo russo
Romanzo russo

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1998
9788804450634

Valutazioni e recensioni

  • L'Italia è un Paese di opere prime. Quando si parla di Umberto Eco, si parla solo e esclusivamente del Nome della Rosa, il suo primo romanzo - come se il Pendolo di Foucault, il secondo, che è veramente strabiliante, non fosse mai esistito. Quando si parla di Aldo Busi, si parla solo e esclusivamente di Seminario della Gioventù - come se tutti gli altri titoli della sua vastissima opera fossero fischi in campagna. Quando si parla di Gesualdo Bufalino, si parla solo e esclusivamente di Diceria dell'Untore - laddove fu proprio a partire da Argo il Cieco, suo secondo romanzo, che lo scrittore siciliano cominciò a 'giocare' con i marchingegni narrativi, fino a farli esplodere e raggiungendo esiti davvero interessantissimi in Le Menzogne della Notte e Tommaso e il Fotografo Cieco. E così via. Alessandro Barbero - storico di giorno e ammaliante affabulatore lo sa solo lui quando - sembra essere andato incontro al medesimo destino beffardo. Quando si parla di lui, si parla solo e esclusivamente di Bella Vita e Guerre Altrui di mr. Pyle, Gentiluomo. Che vinse il Premio Strega, d'accordo. Che fu un caso editoriale, ok. Ma possibile che nessuno si sia accorto degli altri romanzi di Barbero? Nel caso di Romanzo Russo, sua opera seconda, le beffe aumentano. In Italia, il romanzo è fuori catalogo praticamente da una vita. È stato però tradotto da una casa editrice inglese, ricevendo un numero discreto di critiche positive. La cosa ha quasi dello straordinario, visto che la Perfida Albione di solito rimane perfidamente indifferente alle penne del Bel Paese, a meno che non ti chiami Umberto Eco o a meno che non stai raccontando una storia di omicidi dai torbidi risvolti consumatosi in una ridente cittadina siciliana bagnata dal mare. La cosa è ancora più straordinaria se si considera che in Inghilterra non lo hanno mica tradotto, Bella Vita e Guerre Altrui di mr. Pyle, Gentiluomo (premio strega, caso editoriale, eccetera). Quello è stato tradotto in Francia - dove, però, non hanno tradotto Romanzo Russo... Insomma, l'opera seconda di Barbero potete leggervela solo se sapete non l'italiano né il francese, bensì l'inglese, lingua più Shakespeariana che Dostoyevskiana, ma pazienza. Tutto ciò è un peccato, perché Romanzo Russo è veramente un piccolo gioiello. Barbero, narratore lucidissimo e a tratti mefistofelico, costruisce una trama ricchissima e suggestiva. Memorabili non solo i due protagonisti principali (il commissario cinquantenne e la laureanda che sapeva troppo) ma anche il coro degli altri personaggi, tutti in lotta a ritagliarsi uno spazio più che meritato in questo grande affresco che è un 'poliziesco' solo all'apparenza. I capitoli brevi, i salti geografici e dei punti di vista, così come la struttura narrativa complessiva, ricordano, rispettosamente e amabilmente, lo stile di Bulgakov, esplicitamente citato in uno dei dialoghi. I personaggi sono umani e tridimensionali. La penna di Barbero è gagliarda ma sempre leggera, capace di infilare parole sul filo sottilissimo del rasoio dell'ironia, anche quella più tragica. Geniale il riferimento allo studio fondamentale del Medio Evo (materia di specializzazione di Barbero stesso). Il finale è davvero poetico, intenso, davvero molto bello. Anche se in Italia non se ne è accorto praticamente nessuno, dopo il suo acclamato romanzo d'esordio Alessandro Barbero si è cimentato in un genere completamente diverso, giocando coi ritmi del noir e strizzando l'occhio alla grande tradizione letteraria russa. In questo modo, Barbero si è riconfermato un narratore attento, intelligente, capace di giocare con la lingua italiana con la genialità di un bambino curioso. Un narratore, soprattutto, molto 'educato', che non ha bisogno di strafare o di fare lo 'sborone'. Un 'adorabile secchione' che sa sorprendere, ma senza fare troppo rumore.

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Foto di Alessandro Barbero

Alessandro Barbero

1959, Torino

Scrittore e storico italiano. Laureato in Storia Medioevale con Giovanni Tabacco, nel 1981, ha poi perfezionato i suoi studi alla Scuola Normale di Pisa sino al 1984. Ricercatore universitario dal 1984, diventa professore associato all’Università del Piemonte Orientale a Vercelli nel 1998, dove insegna Storia Medievale. Ha pubblicato romanzi e molti saggi di storia non solo medievale. Con il romanzo d’esordio, Bella vita e guerre altrui di Mr. Pyle gentiluomo, ha vinto il Premio Strega nel 1996.Collabora con La Stampa e Tuttolibri, con la rivista "Medioevo", e con i programmi televisivi ("Superquark") e radiofonici ("Alle otto della sera") della RAI. Tra i suoi impegni si conta anche la direzione della "Storia d'Europa e del Mediterraneo" della Salerno Editrice. Tra i suoi...

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