Roots Rocking Zimbabwe. The Modern Sound of

Nel 1972 i neri comparivano raramente sui giornali ufficiali del Paese di proprietà dei bianchi, a meno che non si trattasse di un “terrorista” morto. Tuttavia, l'esibizione del dottor Footswitch spinse il Rhodesia Herald a stampare la foto del suo chitarrista, Manu Kambani, in prima pagina insieme alla frase di grido “Jimi Hendrix è morto ma Manu è vivo”. Manu aveva impressionato tutti e il direttore del giornale non poté esimersi dal pubblicare la storia, il servizio trasformò Manu in una figura emblematica di Harare, una delle township più antiche di Salisbury, e influenzò molti giovani a formare i propri gruppi musicali. Questi gruppi iniziarono a fondere musica rock, rumba congolese, mbaqanga sudafricana, soul e ritmi tradizionali in un movimento musicale underground che avrebbe plasmato il futuro del suono dello Zimbabwe e sfidato l'establishment coloniale. Le 25 canzoni presentate in questo progetto illustrano la nascita dell'industria musicale moderna in Zimbabwe e l'esplosione di creatività dei gruppi musicali degli anni '70 e '80 è infinitamente gratificante. Era un'epoca di sperimentazione selvaggia, prima che i generi consolidati si cristallizzassero. Rock, rumba, soul e ritmi tradizionali si fondono magnificamente in questa raccolta, che include anche brani inediti di Thomas Mapfumo, Oliver Mtukudzi e molti altri artisti dello Zimbabwe!