Saggi sull'arte - Mario Rapisardi - copertina
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Letteratura: Italia
Saggi sull'arte
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Descrizione


Mario Rapisardi (1844-1912), scrittore, poeta, classicista, docente universitario e libero muratore, è una di quelle figure che dovrebbero essere di buon grado celebrate come assoluti e indiscussi giganti della letteratura italiana ed europea, eppure pochi oggi conoscono il suo nome e leggono le sue straordinarie opere. Sul “Vate Etneo” - come egli stesso si appellò nel suo autoritratto poetico in stile foscoliano presente nel poema Atlantide, è calata nel corso del Novecento una tacita damnatio memoriae. L’interesse e l’amore per l’Arte furono una costante nella vita di Mario Rapisardi, al pari di quelli per la Bellezza, la Filosofia e la ricerca letteraria e poetica. E numerose furono le sue lezioni e conferenze sulla storia dell’Arte, sul significato dell’Arte in rapporto alla cultura e all’evoluzione del pensiero umano e sugli aspetti etici e morali dell’espressione artistica. Abbiamo voluto selezionare e raccogliere in questa pubblicazione quattro fondamentali saggi di Rapisardi sull’Arte: L’Arte è imperitura, La morale dell’Arte, Democrazia e Arte e Decadenza e rinnovazione dell’Arte, tutti risalenti alla fine del XIX° secolo. Con saggio introduttivo di Nicola Bizzi.

Dettagli

72 p., ill. , Brossura
9791255042822

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Foto di Mario Rapisardi

Mario Rapisardi

(Catania 1844-1912) poeta italiano. Professore all’università di Catania, volle essere il vate degli ideali positivistici e umanitari, inneggiando alla scienza, al progresso, alla libertà e alla giustizia, in stile turgido e declamatorio (La palingenesi, 1868; Lucifero, 1873; Giobbe, 1882; Atlantide, 1894). Migliori risultano le liriche, le Ricordanze (1872), cui è stata riconosciuta la fredda levigatezza del neoclassicismo parnassiano. Analoghe caratteristiche si ritrovano nelle sue traduzioni da Lucrezio, Catullo, Orazio, P.B. Shelley. Nel 1881 fece scalpore una sua polemica con G. Carducci, che (punto da una irriverente allusione del Lucifero) lo bollò come «tenorino di provincia».

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