Sandro Botticelli. La Giuditta. Catalogo della mostra (Milano, 1 ottobre-14 dicembre 2008). Ediz. illustrata
A sinistra, "Il ritorno di Giuditta a Betulia", a destra "La scoperta del cadavere di Oloferne". Botticelli divide in due tempi e in due luoghi ciò che la pittura, prima e poi ancora, vuole unificare. Perché questa doppia rappresentazione? Quale concezione può aver suggerito all'artista la scansione e soprattutto l'interpretazione così diversa delle due scene? Quel pensiero sublime che scorgiamo negli occhi di Giuditta è forse la conquista di una nuova ragione al vivere, offerta dalla contemplazione del divino che eleva sopra gli istinti più materiali dell'esistenza. In questa lettura la dimensione neoplatonica emerge con forza, fino a sovvertire gli schemi del primo Umanesimo.
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<p>NUOVO. Catalogo della mostra di Milano, Museo Diocesano, 1 ottobre-14 dicembre 2008 -- Brossura editoriale con bandelle, 56 pagine con illustrazioni a colori. Copia in stato di nuovo --&nbsp;Una sintetica monografia, dedicata alla Giuditta di Botticelli, accompagna l'edizione 2008 di &ldquo;Un Capolavoro per Milano&rdquo;, iniziativa promossa ogni anno dal Museo Diocesano della citt&agrave;, che vede giungere nel 2008 questa celebre opera rinascimentale.&nbsp;La Giuditta (il titolo completo &egrave; il Ritorno di Giuditta a Betulia) si data intorno al 1470, periodo in cui Botticelli elimina progressivamente il chiaroscuro, cercando la definizione delle figure attraverso un raffinato tratteggio dei panneggi: le figure appaiono come eleganti silhouette pi&ugrave; che corpi tridimensionali, aprendo a quella svolta stilistica che caratterizzer&agrave; l'arte del maestro fiorentino nei suoi anni maturi. Botticelli propone una lettura fedele del testo biblico, scegliendo per&ograve; uno schema compositivo del tutto nuovo e articolando la narrazione in due scene distinte nelle quali cambia tono e registro linguistico: il Ritorno di Giuditta a Betulia mostra colori chiari e toni luminosi ed &egrave; attraversato da un'aria leggera e quasi leziosa al contrario dei toni bui e drammatici della Scoperta del cadavere di Oloferne, anch'esso esposto per l'occasione.&nbsp;Il volume accoglie i testi di Giovanni Ferrario, Ernesto Borghi e Nadia Righi dedicati al capolavoro botticelliano, e apparati biobibliografici.</p>.
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Anno edizione:2008
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