Gli scioperi. Memoria premiata al concorso del 1873 dal R. Istituto d'incoraggiamento
In 4, pp. 83-277 + (1b). Br. rifatta con carta d'epoca. Stralcio dagli Atti del Real Istituto d'incoraggiamento alle scienze naturali di Napoli, tomo XI, seconda serie. Importante memoria di Fontanelli (1843-90), economista e collaboratore di Sonnino. L'obiettivo politico di Sonnino, conformemente alle opinioni espresse da Fontanelli, era quello di giungere anche in Italia al pieno riconoscimento legale, come diritto, dello sciopero quale arma a disposizione delle coalizioni operaie, nell'intento di risolvere a loro vantaggio una situazione economica fonte di attriti e ad essi sfavorevole. L'orientamento prevalente al riguardo nella classe politica e nei governi italiani era tutto opposto. Fontanelli faceva riferimento alla circolare del ministro degli Interni Cantelli del 5 luglio 1873, in cui si sosteneva il principio che gli scioperi, anche quando non degenerano in tumulto, sono di per se medesimi una violenza alla liberta' delle transazioni civili e una minaccia all'ordine pubblico. Lo sciopero doveva essere considerato invece uno strumento di guerra legittima in mano degli operai e si dovevano piuttosto studiare le cause dirette e indirette delle lotte tra lavoro e capitale, per cercare i provvedimenti piu' adatti a diminuire il male e migliorare le condizioni delle classi povere senza urti e senza rivoluzioni.
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In 4, pp. 83-277 + (1b). Br. rifatta con carta d'epoca. Stralcio dagli Atti del Real Istituto d'incoraggiamento alle scienze naturali di Napoli, tomo XI, seconda serie. Importante memoria di Fontanelli (1843-90), economista e collaboratore di Sonnino. L'obiettivo politico di Sonnino, conformemente alle opinioni espresse da Fontanelli, era quello di giungere anche in Italia al pieno riconoscimento legale, come diritto, dello sciopero quale arma a disposizione delle coalizioni operaie, nell'intento di risolvere a loro vantaggio una situazione economica fonte di attriti e ad essi sfavorevole. L'orientamento prevalente al riguardo nella classe politica e nei governi italiani era tutto opposto. Fontanelli faceva riferimento alla circolare del ministro degli Interni Cantelli del 5 luglio 1873, in cui si sosteneva il principio che gli scioperi, anche quando non degenerano in tumulto, sono di per se medesimi una violenza alla liberta' delle transazioni civili e una minaccia all'ordine pubblico. Lo sciopero doveva essere considerato invece uno strumento di guerra legittima in mano degli operai e si dovevano piuttosto studiare le cause dirette e indirette delle lotte tra lavoro e capitale, per cercare i provvedimenti piu' adatti a diminuire il male e migliorare le condizioni delle classi povere senza urti e senza rivoluzioni.
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