La scomparsa del Belgio

L’ispettore Léon Frédéric, del Dipartimento di Polizia Criminale di Bruxelles, si occupa di una strana serie di omicidi che fanno sospettare la presenza di una matrice terroristica. La sua indagine ben presto s’intreccia con un altro strano caso: il fiorentino Bruno Aliprandi dice di essersi reso conto della presenza di due mondi paralleli, e in uno di questi il Belgio non esiste. Léon ha molte difficoltà a credere a Bruno in un primo momento, ma grazie alla sua collaborazione prende atto della situazione e insieme alla sua squadra riesce a trovare il passaggio che collega i due mondi, capendo che è così che i criminali internazionali riescono a “sparire” con facilità. Quando tutto sembra ormai finito, una nuova minaccia incombe su di loro, rimettendo i mondi nuovamente in gioco. Leggere Pierfrancesco Prosperi è sempre un autentico piacere. Qui abbiamo il secondo capitolo di una saga thriller ucronica che segue il precedente “La scomparsa della Svizzera”. Stavolta l’autore ambienta la sua narrazione in Belgio, riprendendo gli aspetti fantascientifici del primo capitolo. Anche qui Prosperi ha inserito elementi thriller e politici (o fanta-politici in alcuni casi) imbastendo una trama interessante e complessa da un punto di vista narrativo, con più subplot che s’intrecciano tra loro. La trama base, ossia il ritrovamento di alcune parti del corpo di più vittime, ha radici storiche reali (la storia di Leopoldo II e delle barbarie commesse in Congo), che fa da movente a un’organizzazione criminale che miete vittime per pura vendetta. Il tutto viene poi mischiato a elementi puramente fantascientifici e ucronici (realtà parallele e Stati mancanti) che nutrono il testo e lo rendono avvincente per il lettore. Storia quindi complessa ma davvero ben strutturata, che risulta interessante e piuttosto originale. Un ottimo testo, come sempre.