Uno scrittore in guerra (1941-1945) - Vasilij Grossman - copertina
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Letteratura: Ucraina
Uno scrittore in guerra (1941-1945)
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Descrizione


Lo straordinario resoconto della guerra combattuta tra il 1941 e il 1945 nell'Europa orientale, da parte di un testimone d'eccezione

"Chi scrive ha il dovere di raccontare una verità tremenda, e chi legge ha il dovere civile di conoscerla, questa verità": attenendosi scrupolosamente a tale principio, a dispetto della censura e dei gravi rischi, Vasilij Grossman narrò in presa diretta le vicende del secondo conflitto mondiale sul fronte Est europeo. Era infatti inviato speciale di "Krasnaja zvezda" (Stella Rossa), il giornale dell'esercito sovietico che egli seguì per oltre mille giorni su quasi tutti i principali fronti di battaglia: l'Ucraina, la difesa di Mosca e l'assedio di Stalingrado, che fu il punto di svolta nelle sorti della guerra e diede origine a "Vita e destino". Benché fosse un tipico esponente dell'intelligencija moscovita, Grossman riuscì, grazie al suo coraggio e alla capacità di descrivere con singolare efficacia ed empatia la vita quotidiana dei combattenti, a conquistarsi la fiducia e l'ammirazione di chi lo leggeva, ufficiali e soldati da una parte, e dall'altra un vasto pubblico di cittadini e patrioti ansiosi di ricevere notizie autentiche, non contaminate dalla retorica ufficiale. Dei taccuini - di sorprendente qualità letteraria - che fornirono materia ai reportage di Grossman, e che escono ora per la prima volta dagli archivi russi, lo storico inglese Antony Beevor ci offre qui una vasta scelta, arricchita da articoli e lettere dello scrittore e da altre testimonianze coeve.

Dettagli

Tascabile
22 ottobre 2020
471 p., ill. , Brossura
A writer at war
9788845935305

Valutazioni e recensioni

  • Renzo
    La verità, solo la verità

    Quando ho letto Vita e destino, un’opera impegnata e impegnativa sul tema del bene e del male, ho avuto come una folgorazione, ho avvertito chiaramente che questo narratore ebreo e di origine ucraina aveva superato quell’invisibile confine, quasi sempre invalicabile, fra verità oggettiva e verità soggettiva, quella realtà così difficile da trovare e, soprattutto, da raccontare. Del resto l’autore si è sempre attenuto scrupolosamente a questo principio: «Chi scrive ha il dovere di raccontare una verità tremenda, e chi legge ha il dovere civile di conoscerla, questa verità.» Ed è così che sono nati i suoi capolavori, che piano piano, ora che è scomparso da tempo, si vanno scoprendo e vengono portati all’attenzione del mondo dei lettori. E’ anche questo il caso di Uno scrittore in guerra (1941 – 1945) con cui vengono narrate, peraltro in presa diretta, i fatti della seconda guerra mondiale sul fronte orientale. Grossman era inviato speciale di Krasnaja zvezda (Stella Rossa), il giornale dell’esercito sovietico, di cui scrisse dalle prime disastrose fasi che videro la rapida avanzata delle truppe tedesche fino alla fine del conflitto che lo portò a essere presente in una Berlino distrutta, una visione apocalittica, la fine ingloriosa della follia nazista. Dove c’era un fronte di battaglia Grossman c’era; che si trattasse della sua Ucraina, di Mosca quasi assediata o di Stalingrado quest’uomo, fuori dai canoni in tutto (si pensi che non era iscritto al partito comunista), osservava, intervistava grandi generali e umili soldati, raccoglieva gli sfoghi e le paure, attraverso la sua penna i soldati sovietici ritrovavano l’umanità soffocata dalla violenza e anche laddove splendeva l’eroismo - e per altri trionfava la retorica - lui si limitava a raccontare con un tono sobrio, senza esaltazioni, solo la guerra, le distruzioni, l’orrore, le speranze. Un libro imperdibile.

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Foto di Vasilij Grossman

Vasilij Grossman

1905, Berdicev (Ucraina)

Vasilij Semënovic Grossman è stato un giornalista e scrittore sovietico di origine ebraica.Diventò ingegnere e dopo essere cresciuto a Ginevra e aver studiato a Kiev, all'epoca dei piani quinquennali credette talmente nella costruzione dell' "uomo nuovo" da abbandonare i cantieri minerari del Donbuss, dove lavorava, per mettersi a raccontare l'epopea dell'Unione Sovietica. Fu corrispondente di guerra per il quotidiano dell'esercito "Stella rossa" e seguì il fronte fino alla Germania. In quel periodo cominciò a comporre una grande opera sulla guerra, incentrata sulla Battaglia di Stalingrado, e diede alle stampe "Il popolo è immortale" (1943), esaltazione dei sacrifici sofferti dai popoli dell'Unione Sovietica durante l'invasione tedesca del 1941....

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