Sculture
Quella che state leggendo dovrebbe essere la cosiddetta quarta di copertina. Serve a far capire meglio il libro, a dare uno sguardo sommario, a riassumere, dicendo molto con poco a disposizione. È anch'essa una sorta d'aforisma: si salta a piè pari l'analisi, la discussione, il contesto e si sentenzia. Bene o male, non importa. L'importante è provocare il motteggio, minimizzare la massima, velocizzare l'adagio, far detto col contraddetto. Ma anche innovare il già esistente. Ad esempio, che "la felicità è nelle cose e non nel nostro gusto" era noto. Come, del resto, si era già affermato che "la felicità è nel nostro gusto e non nelle cose." E se la felicità stesse nelle cose e nel nostro gusto, insieme? E allora giù. Giustapporre. Giustappunto. Che fare, per mettere d'accordo i contrari? Unirli e creare una terza via. Oltre l'aforisma e l'aforisma "cancrizzabile" come lo definiva Umberto Eco. Cos'altro aggiungere a queste s-culture? Nulla. Coglietele e gustatele, come le ciliegie, compiute sculture della natura. Se qualcuna non è buona - e ce ne saranno - passate oltre. Non abbiamo appena detto di combinare le cose col nostro gusto?
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Anno edizione:2016
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