Una settimana di bontà
Se la follia umana rappresentata dai "Disastri di Goya" è reale, infernale, quella che Max Ernst esprime nel romanzo-collage Una settimana di bontà è surreale, onirica. La sua radice può essere ricercata nella liberazione dalle censure che avviene nello stato di sogno secondo Freud, e che esplode in quest’opera di Ernst, in cui la parola è totalmente sostituita dall’immagine. Dunque, una storia narrata attraverso illustrazioni che descrivono situazioni, figure surreali, di sogno – o più spesso di incubo –, nelle quali gli abissi dell’erotismo sembrano inseparabili dalla violenza, dal delitto. Una miscela esplosiva che non può non sconvolgere, e che apre al lettore – all’osservatore – perturbanti possibilità di riflessione e di conoscenza. Ricordiamo che è in corso al Palazzo Reale di Milano una grande mostra dedicata a Max Ernst (1891-1976), uno dei massimi maestri del surrealismo.
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Anno edizione:2026
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