Presentando Sheila Holmes, pronipote di Sherlock Holmes e che svolge la sua stessa professione, occorre dire subito che essa nasce nella fantasia di Adelaide Byrne come emula di Modesty Blaise e, nell’ambientazioni delle storie, dell’eroine dei fumetti quali Jane di Mike Hubbard, Patti di Bob Hamilton e Scarth di Luis Roca e Jo Addams. Le avventure di Sheila Holmes, si dipanano in una Inghilterra degli anni 70, in piena rivoluzione sessuale, e la nostra eroina risente di questo clima, specchio della ragazza inglese della classe media di quel periodo. Nel delinearne il carattere, e il rapporto che essa ha con il fidanzato James Hatch, Adelaide Byrne si è rifatta al profilo che fa di Modesty Blaise Francesco Paolo Conte: “Una femminilità lontana dai canoni che alla donna sono stati per secoli e secoli prestati ma, comunque, aderente a certe immutabili realtà non soltanto biologiche ma anche spirituali…. Bella e sessualmente appetibile, ricorre raramente al suo fascino. Quando lo fa, tuttavia, sa di giocare una carta vincente. Audace e spericolata, è troppo professionista per gettarsi allo sbaraglio. Quando vi si getta ha già calcolato che almeno su una via d'uscita può contare……..questa giovane è capace di edonistiche pause e di pietà, di patimenti fisici e di smarrimenti dello spirito……… E sta forse in questo il suo fascino. Un fascino adulto….. Un fascino anche scabroso e frastornante, specie per i lettori non giovanissimi sui quali l'immagine di una donna che compie miracoli d'audacia e destrezza agisce in modo meno scioccante dell'immagine della medesima donna che, pur amando, ricambiata, il suo uomo non raramente lo "tradisce" (anche in questo da lui largamente ricambiata) con l'immancabile epilogo dei due amanti che sorseggiando sofisticati cocktails amabilmente e senza mai smettere di sorridere si raccontano il "chi", il "come" e il "quando" consapevoli che il "perché" non esiste né può esistere” (dalla presentazione del Fumetto Modesty Blaise – Morbidamente tua di Badia Romero – Edizioni SEA – giugno 1975) Ma anche a quanto scrive Piero Zanotto nell’aprile 1974: “I rapporti affettuosi e talora intensi, che farebbero supporre un ménage tranquillo sul piano sentimentale e sessuale, sono tenuti volutamente fuori dalle regole, dai sacramenti, dai certificati matrimoniali. Non solo: anche questo in fondo sarebbe oggi abbastanza accettato e tranquillo. I due, sempre insieme in ogni azione al servizio di Sua Maestà britannica, efficientemente affiatati e sull'orlo spesso di finire nel mondo dei più, poiché gli avversari rispecchiano la fredda determinazione della reale delinquenza organizzata dei giorni nostri, non esitano — quando occorre — a vantarsi di rapporti, certamente occasionali, con altri partners. E lo fanno con una serenità che gli sarebbe invidiata, penso, anche dai cultori dell'amore di gruppo.” Ed è così che, al sottile erotismo, Adelaide Byrne, nell’espletamento dell’avventura criminosa dell’indagine poliziesca, dove il sesso si muove in modo molto garbato e la brutalità è del tutto assente, aggiunge una nota di Glamour esente però da romanticismo sdolcinato. Ed il Glamour di Adelaide Byrne è fatto da eroine che vestono in modo impudico, che si presentano in deshabillé o completamente nude come Eleanor Randolph in Sheila Holmes e La Vendetta di Lady Randolph. “Allo specchio, Eleanor Randolph
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