Una cena elegante per 10 persone a Londra.: tra gli invitati c'è Margaret , fresca sposina, che sbandiera la sua comprensione per gli altri e il suo altruismo , ma che in realtà potrebbe definirsi un genio del Male . Sin da piccola ha assistito ad accadimenti violenti, prima è stata testimone dell'annegamento di una sua compagna di scuola, poi alla sparizione di una sua insegnante con cui stava prendendo il tè , quindi si è rifugiata in un convento. Purtoppo ne ha scelto uno un po' strano dove le suore fumano , bestemmiano e hanno rapporti con uomini , e in cui si verificherà un delitto che la coinvolgerà. Metteteci anche un cameriere bisessuale che serve alla cena e nel frattempo organizza furti nelle case dei suoi datori di lavoro, e l'acquisto di un Monet che causerà la morte della suocera di Margaret, provocando la sua rabbia per non essere stata l'assassina. Muriel racconta con una tale naturalezza da rendere credibile anche l'Assurdo.
Una cena elegante per dieci persone, a Londra, oggi. Ricchezza, fama, nobiltà mescolate. Si parla di furti in case di amici. Un attraente cameriere serve i vini. Mentre tutto questo succede, si stringono i fili di un piano efferato, che finirà nel sangue. Altra scena: in un grande magazzino una giovane dai capelli rossi, con laria innocente e fuori dal mondo, sceglie pensosamente qualche pompelmo.
Che cosa unisce queste due scene? La presenza del Male allo stato puro. Un male che non dispone soltanto di un Angelo sterminatore ammirato e corteggiato da tutti, ma di una mente occulta che, insieme provocatoria e precisa, escogita nequizie nelle stanze di un ospedale psichiatrico: quella del vecchio Magnus Murchie, grandioso personaggio, buffonesco maestro dellaforisma tagliente.
In questo romanzo apparso nel 1990 i lettori appassionati di Muriel Spark troveranno «la quintessenza di ciò che, nel corso degli anni, li ha sedotti in questa scrittrice feroce e quanto mai divertente» (come ha scritto Josyane Savigneau su «Le Monde»): una narrazione asciutta, rapida, stupefacente per la leggerezza della maniera e la durezza di quel che ci rivela. Qui Muriel Spark si conferma nella sua peculiarità di teologa del romanzo, di narratrice dallocchio che subito tocca lessenziale, che sa attraversare la scena sociale per coglierne i motivi più sordidi e più misteriosi, capace di intessere con i materiali che il mondo di oggi ci offre una forma perfettamente ambigua, ilare e sinistra, aerea e grave, tale da ricordarci, come scrisse Platone nel suo Simposio, a cui questo libro obliquamente allude, che «il genio della commedia è lo stesso di quello della tragedia».
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ROBERTA GIULIETTI 27 novembre 2016
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