Il sogno del pescatore

Lo consiglio a chi ama romanzi lenti e profondi. Di quei libri di cui torni a leggere alcune pagine perché sembrano scritte da te, perché ha saputo toccare le corde della tua anima, perché nel romanzo ritrovi te stesso e le tue debolezze.

Era da tempo che un libro non mi teneva incollata fino alla fine…. Questo romanzo intenso, doloroso, tenero e malinconico genera riflessioni universali, soprattutto in questi “ciechi tempi”: ci aiuta a comprendere (ovemai ce ne fosse bisogno) quanto dolore nasconde l’abbandono forzato della propria terra e delle proprie radici. Ma non siamo nessuno se non abbiamo “un villaggio” da cui siamo nati e al quale ritornare per conoscerci e ri-conoscerci. “Un paese ci vuole”, scriveva Pavese, ed è vero in ogni tempo e sotto tutte le latitudini. Grazie Hemley Boum