Si fa presto a dire che l’immigrazione è il nostro tardivo aiuto a popoli in un ancor recente passato vessati dalle potenze europee, ma questa moltitudine che fra mille difficoltà e rischi arriva nel nostro paese rappresenta di per sé una bomba orologeria, perché è inevitabile che si vengano a creare le occasioni per uno scontro di civiltà, soprattutto quando una di queste è improntata a una religiosità fanatica e di esclusione delle altre fedi. In un occidente europeo francamente decadente non sta avvenendo una pacifica integrazione di due concetti di società, ma piano piano sta prendendo il sopravvento il lato più oscuro e drammatico di popoli le cui convinzioni religiose, spesso, sono in netto contratto con le nostre leggi fondanti, scritte nelle costituzioni e rispecchianti il comune sentire. Ferdinando Camon che già ha scritto, benissimo, della scomparsa della civiltà contadina si è guardato intorno, ha osservato, ha tratto conclusioni e così è nato Son tornate le volpi con sottotitolo Come muore la nostra civiltà, senza paura di essere qualificato come razzista, perché razzista non è, perché vedere come stanno le cose non è razzismo, non è cercare di difendere i propri valori minacciati ogni giorno, non è desiderare di vivere in tranquillità, senza paura. E lui di paura non ne ha e non ne ha mai avuta, fin dai tempi di Occidente, quando i terroristi neri l’avevano messo nel mirino. La realtà è che piano piano si passa dalla ideale integrazione alla reale fagocitazione, perché se scompare la nostra civiltà non saremo più nulla, né per gli altri, né soprattutto per noi stessi. E di questo non hanno colpa i magrebini, i fondamentalisti, no, la colpa è solo nostra, di avere abdicato un po’ per volta ai nostri valori, di esserci spogliati delle nostre tradizioni. Leggete queste poesie, questo monito di un artista che non ha mai avuto paura: la nostra civiltà, benché ormai sbiadita, non è ancora morta, facciamo sì che possa continuare a vivere.
Son tornate le volpi. Come muore la nostra civiltà
Libro candidato al Premio Strega Poesia 2023
Questo è il terzo libro di poesie di Ferdinando Camon, dopo "Liberare l'animale", premio Viareggio, e "Dal silenzio delle campagne", entrambi pubblicati da Garzanti nel 1973 e nel 1998. "Son tornate le volpi" è un libro sulla paura. Un Occidente muto che è preda della paura. Viviamo in una storia che fa paura. Andiamo a dormire, e troviamo uno sconosciuto che dorme nel nostro letto. Ci muore una figlia e la seppelliamo, e dopo due giorni rubano la sua fotografia dalla tomba, per metterla sul passaporto delle loro bambine prostitute. Per paura gli uomini si barricano in casa. Blindano la porta che dà sulla strada, ma adesso blindano anche la porta della stanza da letto. Dormono come dentro una cassa di sicurezza. La paura solleva un sentimento di difesa verso chi fa paura, ma guardando da vicino i nuovi arrivati l'autodifesa viene spazzata via dalla pietà, come in "Negro alla posta", dove l'autore osserva un immigrato dall'Africa profonda fermo davanti alla buca delle lettere, nella quale non osa far cadere il suo plico, perché non capisce come un francobollo colorato possa portare quel plico all'Equatore.
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Autore:
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Editore:
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Anno edizione:2022
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In commercio dal:29 novembre 2022
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Renzo 07 dicembre 2022La paura deve finire
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