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Anno edizione: 2023
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Fa sempre un pò specie quando le leggende della musica scivolano rovinosamente, quando propongono un qualcosa di incapibile, a tuo avviso fuori dal loro essere. Passi per the Edge che da anni si limita a suonare sempre gli stessi accordi con un autocompiacimento a dir poco disarmante ma qui ci troviamo di fronte a un qualcosa di "alieno". Canzoni di fronte al fuoco e quintali di filtri di uno studio di registrazione che hanno "lisciato" la splendida voce di Bono allo stesso modo con cui Cher ha ridotto il suo corpo con le operazioni di chirurgia estetica. Canzoni tra due amici (Adam e Larry che ruolo hanno oramai all'interno del gruppo a parte la raccolta delle royalties?) che probabilmente ci potevamo risparmiare a meno che stiamo cercando disperatamente di annoiarci. A mio avviso prima di avere un sussulto (un signor sussulto a dir la verità) sono dovuto arrivare a "who's gonna ride your wild horses"; ho dovuto poi aspettare "the miracle", "Vertigo" e infine "Stay". Poi ha attaccato "Sunday Bloody Sunday" e non ho avuto il coraggio di andare avanti per rispetto del nome e del ricordo della band che fu. Come diceva Sandra Mondaini "che noia che barba". Qualcuno dovrebbe dire al sig. Bono che non è ne Leonard Cohen ne Battiato, che impari da altri personaggi a lui più vicini come Mick Jagger o il nostrano Vasco Rossi. Fedeli a se stessi e verso i propri fans. Anche Bowie ha avuto un periodo buio nella sua carriera, ma l'aveva superato con l'immensa personalità che lo contraddiceva. Auguro al sig. Bono identica "redenzione".
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