Sono ancora vivo
André de Richaud fu un autore decisamente fuori dagli schemi, come testimonia questo piccolo libro, bruciante, considerato da molti il suo capolavoro. Uomo di teatro e di lettere, Richaud conobbe il successo prima della guerra. Celebrato dall’élite parigina, amico di Gide, di Fernand Léger, di Cocteau, frequenta i surrealisti: Breton, Aragon, Desnos, Éluard, Prévert, ma anche Bataille, Leiris, Queneau, cadde nell’alcolismo e divenne poco a poco una sorta di “barbone mondano”. Abbandonato, al tramonto della sua carriera, si fece ricoverare in un ospizio mentendo sulla sua età. Dimenticato da tutti, fino al giorno in cui si imbatté in un articolo di giornale che annunciava la sua morte! Da qui nasce questo testo, il cui umorismo pungente prende di mira i suoi presunti amici, e che fu salutato alla sua uscita da François Mauriac con queste parole: “Che coloro che ricordano Richaud, ai primi posti della sua generazione, si affrettino ad acquistare questo libro perché è un libro vivo!”
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Anno edizione:2025
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