Sotto le foglie del ginkgo

Ho voluto riportare in poesia tutto quello che ho provato in questi anni, e che ancora adesso sento, tramite il suono delicato del violino e quello riflessivo del pianoforte, i miei cari strumenti, la natura, al quale spesso faccio riferimento tramite la presenza di piante particolari ed effimere come il cappero o la bella di notte, ed uno degli alberi che sento più vicino a me: il Ginkgo biloba, del quale ne ho allevato uno partendo da seme. Ma pure, le esperienze positive e negative in ambito sentimentale. Molte cose che tutti prima o poi proviamo, non le avrei potute “sentire” senza aver passato momenti di gioia, di tristezza e di attimi sospesi, che hanno plasmato la persona che sono adesso. Tancredi Parmeggiani mi ha ispirato tramite il quadro: “Pioggia di miliardi”, portando il focus su come, a volte, le persone si facciano guidare dalla superficialità. Ma le emozioni che mi ha portato il credere in Dio, l’unico vero protagonista di tutti i miei pensieri, sono sicuramente le più forti. Lui, che mi ha creata con la sensibilità adatta a scrivere, è presente soprattutto nell’ultima poesia intitolata: “Verso la meta”. A volte, la poesia, può concretizzare e costruire sogni che tutti abbiamo in un cassetto o che semplicemente, non sappiamo come esprimere.