Specchio d'astrologia - Max Jacob,Claude Valence - copertina
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Letteratura: Francia
Specchio d'astrologia
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Descrizione


«Ho frugato i cespugli della terra e ne sono uscite le Bestie dello Zodiaco, allora ho inseguito le Bestie come in una caccia» – scrive Max Jacob in epigrafe a questo libretto. Il suo spirito estroso e pungente, che aleggiava come quello di un angelo beffardo sulla Parigi del dada e del surrealismo, riporta un ricco bottino da questa caccia: un manualetto di astrologia maneggevolissimo e preciso (scritto in collaborazione con l’astrologo Valence), dove per ogni segno, dopo gli elenchi delle varie qualità e difetti caratteristici (oltre che delle corrispondenze del segno in ogni ambito della realtà, dai sapori ai profumi alle pietre preziose), seguono come esempi viventi i ritratti delle singole Dame dei Segni. E sono ogni volta racconti leggeri e penetranti, affettuosi e acidi: ognuno reca l’impronta di un segno dello Zodiaco su persone che Jacob sa descrivere con tale familiarità da farcele sembrare vecchie conoscenze non solo sue ma nostre. Non c’è dubbio, poi, che questo libro sfugga a un vizio comune di tanti manuali di astrologia: quello di assommare troppe Virtù nei ritratti dei vari nativi, fino a stemperare le differenze. In Jacob, al contrario, vediamo che un soffio di invincibile misoginia (forse per eccesso di comprensione?) lo spinge a sottolineare, se mai, più i vizi che le Virtù delle sue Dame. Così, con calibrata frivolezza e una certa sorniona malizia, Jacob non ci offre soltanto un variegato Zodiaco femminile ma un indiretto autoritratto di Max-Jacob-fra-le-donne.

Dettagli

10 novembre 1993
210 p., Brossura
Miroir d'astrologie
9788845903670

Conosci l'autore

Foto di Max Jacob

Max Jacob

(Quimper, Bretagna, 1876 - campo di concentramento di Drancy 1944) poeta e narratore francese. Fu personaggio di spicco nella bohème letteraria dell’inizio del secolo. Amico di Picasso, di Apollinaire e dei cubisti, ebbe il suo primo successo con Saint Matorel (1911), un romanzo autobiografico. Con La costa (La côte, 1911), una raccolta di canti bretoni, rivelò la sua ricca vena poetica. Di origine ebraica si convertì al cattolicesimo nel 1914. Lasciata nel 1921 Parigi, si ritirò nei pressi di un convento in rovina a Saint-Benoît-sur-Loire ove scrisse e disegnò. Dopo un periodo di viaggi in Italia, in Spagna, in Bretagna, rientrò per qualche tempo a Parigi. Tornato a Saint-Benoît, nel 1944 fu catturato dai tedeschi e internato nel campo di Drancy dove si spense. Nella sua scrittura (caratterizzata...

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