Lo stambecco bianco - Carlo Sgorlon - copertina
Lo stambecco bianco - Carlo Sgorlon - 2
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Letteratura: Italia
Lo stambecco bianco
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Descrizione


Negli anni della guerra civile libanese, il giovane Mansùr fugge in Italia per sottrarsi al conflitto che sta dilaniando il suo paese e per ritrovare suo padre Walid, che lo ha preceduto nella ricerca di un lavoro e di un destino migliore. Qui, lo attendono la delusione e l'amarezza di una perdita dolorosa (Walid è stato ucciso dal rigido inverno alpino mentre tentava di raggiungere la Svizzera), alla quale però Mansùr sa opporre una straordinaria adattabilità alle situazioni e una voglia irrefrenabile di sopravvivere e di cavarsela. Ospitato da Gregorio, un uomo saggio e solitario che gli fa da padre, ed entrato nelle simpatie di Ines, una ricca vedova, Mansùr riesce a integrarsi perfettamente nel mondo al quale è approdato. Anzi, con il loro aiuto, riesce a sventare la minaccia della costruzione di una strada in montagna, contribuendo a preservare la montagna, a lui estranea eppure affascinante nella sua maestà, nella sua purezza e nelle sue leggende, come quella dello stambecco bianco. Temi di bruciante attualità, come i rapporti fra mondo musulmano e mondo occidentale, o il problema della salvaguardia della natura, trovano in questo romanzo il passo e il ritmo dell'epica e del mito; un passo e un ritmo che confermano ed esaltano la più autentica e felice vena di uno scrittore capace di trarre dal prediletto canto della civiltà contadina il senso profondo di un'eticità integrale, forse dimenticata o forse mai conosciuta dai valori vincenti del mondo occidentale.

Dettagli

26 aprile 2007
224 p., Brossura
9788884404763

Conosci l'autore

Foto di Carlo Sgorlon

Carlo Sgorlon

1930

(Cassacco, Udine, 1930 - Udine 2009) scrittore italiano. Tutta la sua opera appare legata al mondo friulano: il romanzo in dialetto Prime di sere (1971); il fortunato Il trono di legno (1973, premio Campiello), Gli dei torneranno (1977), La carrozza di rame (1979), La conchiglia di Anataj (1983, premio Campiello); L’armata dei fiumi perduti (1985, premio Strega). Sono ancora da ricordare: La foiba grande (1992), Il costruttore (1995), La malga di Sîr (1997), La tredicesima notte (2000), Il velo di Maya (2006) e Lo stambecco bianco (2006).

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