Stato. Potenza e guerra economica
A venticinque anni dalla fine della Guerra Fredda stiamo assistendo ad un reflusso esponenziale di crisi a livello geo-economico. La fine dei blocchi contrapposti, benché gli Stati Uniti ne tentino disperatamente una riproposizione, appare quanto mai sepolta da un opportunismo politico-economico degli Stati nazionali difficile da scalfire, neanche da un'Unione Europea gigante finanziario dai piedi d'argilla. Da questa realtà riaffiora risolutamente il concetto di Stato potenza, che sembrava relegato al lontano passato, specie con l'avvento del consesso delle Nazioni Unite e di tutte le altre istituzioni transnazionali nate dopo la Seconda Guerra Mondiale. Se la resistenza a cedere sovranità nazionale è sempre stata latente, più innovativi sono invece gli strumenti per consolidare e possibilmente allargare le sfere di influenza delle Potenze in un epoca nella quale l'economia globalizzata e le tecnologie informatiche la fanno da padrone. In particolare, assume in questo senso grande importanza la nozione di guerra economica come arma per indebolire, in un conflitto non dichiarato, l'avversario con attività che vanno dal protezionismo all'intelligence industriale.
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Anno edizione:2016
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