La stella del deserto

Ormai non ho piu' parole per descrivere i libri di Michael Connelly. In particolare quelli con la coppia Ballard e Bosh mi coinvolgono e fino alla fine ti portano alla soluzione in maniera avvicente

Connelly come sempre molto scorrevole da leggere e ti cattura dalle prime pagine.

"La Stella del Deserto" scorre fluida nelle pagine di questo squisito thriller di uno dei più significativi cronisti della L.A. buia, che piace affiancare a quel James Ellroy che è Autore della "Tetralogia di Los Angeles" (Dalia Nera, Il Grande Nulla, L.A. Confidential, White Jazz) e che tanto ha scavato nel nero di una città che non a caso pare un dipinto di Hieronymus Bosch. Connelly è magistrale nel tracciare le linee di noir taglienti, controversi e a volte feroci, portando per mano il detective Bosch, ora in pensione, e la detective Ballard in intrichi di storie umane, dove dolore, emozione, riscatto, vendetta si compongono in un lavoro che trasuda inquietudine e pietà, giustizia e rivincita. Il libro vibra di emozioni forti ed accomuna violenza ed empatia in un disegno di storie avvinghiate fra loro che parlano di un racconto a più piani, dove Bosch e Ballard si alternano e si formano in una unità sinergica ma a volte dislocata nelle relative pulsioni personali. Ecco allora che il binomio dei protagonisti fruisce dell'eccellente scrittura dell'Autore, che immerge il lettore in un clima di incessante tensione. "La Stella Del Deserto" è uno splendido racconto, ricco di quello che il lettore cerca nelle pagine di un libro, che è la possibilità di sentirsi partecipe in primo piano della storia che sta leggendo. Ma è soprattutto la bravura di Connelly nell'invitare il lettore ad identificarsi con gli attori così diversi, così uguali, così forti, così fragili, così Hieronymus Bosch e Renée Ballard. Davvero avvincente.