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Finalista al premio Viareggio-Rèpaci 2020, sezione Saggistica
«Una macchina del tempo in tre volumi per navigare dal primo imprinting televisivo fino ai giorni nostri.» – Robinson
1954. Il 3 gennaio, con le cerimonie d'inaugurazione in diretta dagli studi di Milano, e poi dai trasmettitori di Torino Eremo e di Roma Monte Mario, comincia ufficialmente il percorso della televisione italiana. Niente sarà più lo stesso. 1956. La Rai inizia a trasmettere Lascia o raddoppia?. I bar si affollano, le strade si svuotano: tutti i televisori d'Italia il giovedì sera si accendono per godere del primo vero e unico mito dei telespettatori. 1983. Il monopolio Rai è intaccato dall'avvento dei canali commerciali. Il tubo catodico trasmette a ogni ora del giorno e della notte, il telefono di Raffaella squilla in diretta, di lunedì fuori dalle scuole risuonano le battute di Drive in. 2000. L'occhio del Grande Fratello esalta compiaciuto il voyeurismo e la voglia di essere spiati degli italiani. 2018. Sempre più occhi si spostano dai teleschermi ai monitor dei computer. Ballando con le stelle non emette che lievi baluginii, a rifulgere sono le serie di Netflix. Aldo Grasso conduce il lettore-spettatore di ieri e di oggi con mano sicura e trascinante attraverso le vicende del più grande medium di informazione e intrattenimento che l'Italia abbia mai conosciuto per raccontare il nostro, come direbbe Renzo Arbo-re, «nuovo focolare». I protagonisti di "Storia critica della televisione italiana" sono i programmi - telegiornali, varietà, eventi sportivi, fiction, talk show, reality - e con essi gli italiani che li hanno visti, li hanno commentati, li hanno vissuti. Il risultato è un libro che, insieme alla storia della televisione, racconta settant'anni di storia del nostro paese, settant'anni di noi.L'articolo è stato aggiunto al carrello
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