Storielle vane - Camillo Boito - copertina
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Letteratura: Italia
Storielle vane
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Descrizione


Storielle vane (Treves, 1876) è la prima raccolta di racconti e schizzi di viaggio di Camillo Boito, ingiustamente dimenticati dalla critica e dai lettori nella prima parte del Novecento, ma riscoperti intorno agli anni Cinquanta per opera di Bassani, che ne rilanciò la fortuna critica. Intellettuale eclettico, grande amico di Verdi, direttore dell'Accademia di Brera e animatore del dibattito artistico e culturale, finora Boito è sempre stato considerato a latere della grande Scapigliatura lombarda, sempre in ombra rispetto al più famoso fratello Arrigo, ma la "scansione" artistica di Chiara Cretella riesce a indicarne le precise peculiarità e originalità stilistiche. Esemplificando alcuni snodi stilistici e linguistici, spiegati alla luce delle discipline specialistiche conosciute dall'autore, la ricognizione della curatrice evidenzia le vette narrative più riuscite, come la novella che apre la raccolta, Un corpo, vero capolavoro del nostro secondo Ottocento. Il tessuto narrativo delle sue Storielle, veri petit tours che s'inscrivono nella direttrice di un Praga o di un Tarchetti, nel solco cioè di un "Effetto-Sterne" inaugurato dalla traduzione del Viaggio sentimentale da parte di Ugo Foscolo, fiorisce così di una miriade di riferimenti pittorici e letterari, che rileggono l'opera di Boito non come semplice vanitas, ma come l'affresco, o meglio la sinopia, di un romanzo mai compiuto.

Dettagli

1 gennaio 2007
200 p., Brossura
9788883425196

Conosci l'autore

Foto di Camillo Boito

Camillo Boito

(Roma 1836 - Milano 1914) architetto, critico d’arte e narratore italiano. Fratello maggiore di Arrigo, dal 1860 al 1909 insegnò nell’Accademia di belle arti di Milano e propugnò un rinnovamento delle forme architettoniche, da attuare attraverso un originale ripensamento delle esperienze medievali (Architettura del medioevo in Italia, 1880). La sua produzione novellistica (Storielle vane, 1876, e Senso, nuove storielle vane, 1883; da Senso è stato tratto l’omonimo film di L. Visconti) si riporta al clima della scapigliatura, talora con un gusto per l’orrido che richiama il nome di Tarchetti. Ma B., che fu anche sensibile all’influsso dell’ironia sterniana, seppe approfondire questa materia attraverso una sottile ed elaborata indagine psicologica, fino ad avvicinarsi a esiti di tipo veristico.

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