Il libro “La strada per la città” di Saverio De Marco è una raccolta di dieci racconti che possono essere definiti resoconti di viaggio e di avventure quotidiane. Nascono più che dalla contemplazione, dalla vita attiva: raccontano di esperienze metropolitane o paesane nei territori di origine (la Lucania), ma anche di cronache di viaggi, aneddoti, curiosità di vita. C’è dentro la vita insegnata non solo sui libri, ma anche dalla strada e dall’esperienza. Tutte le storie ruotano intorno al personaggio di Luciano e ai suoi giovani amici fuorisede, che dal sud Italia si sono spostati per motivi di studio nella periferia metropolitana di una grande città (da una periferia ad un’altra periferia!). Il linguaggio è asciutto, colloquiale e diretto. Luciano, nonostante il narratore scelga di parlare di lui in terza persona, è un po’ l’alter ego dello scrittore, ed è uno di quei personaggi a cui non è difficile affezionarsi, provare simpatia a pelle. Forse per quell’essere ingenuo e anche un po’ timido che lo caratterizza, duro e romantico al tempo stesso. Luciano, talvolta, sembra un personaggio saltato fuori da un fumetto (i suoi fumenti!), tratteggiato con grazia e ironia, come sospeso in un mondo tutto suo, da cui osserva se stesso e gli altri con occhio curioso, attento, ma anche disincantato. L’occhio di chi, da un piccolo paesino del sud Italia di appena duemila anime si è trasferito nella capitale, per proseguire gli studi universitari, e tutto gli è nuovo, da conoscere, da fare esperienza, da accogliere o da rifiutare, ma sempre con il sorriso e la malinconia che contraddistingue certa gente del sud. E poi quell’ironia sorniona contro i pregiudizi e il conformismo, ma soprattutto verso se stesso, con la capacità di sorridere di sè e di farci sorridere “Quando la gente è troppa anche tu ti senti di troppo anche se sai di essere unico e irripetibile”. Aleggia in sottofondo la lezione dei grandi scrittori americani dalla vita avventurosa e disordinata, con il passaggio/ritorno dalla civiltà allo stato primitivo «Non ne poteva più di rumori di macchine, suoni di clacson, suoni di ambulanze e polizia, marciapiedi affolati, autobus ricolmi di esseri umani (…) Dopo mesi trascorsi in città, quando si approssimava il ritorno a casa per le vacanze di pasqua cominciava a sognare le montagne… A volte svegliava il compagno di stanza nella notte, perchè sognava di scivolare da una cima ghiacciata cadendo nel vuoto… Certe notti ululava. “Quando cominci ad ululare di notte è segno che vuoi tornare a casa” gli diceva Francesco, il suo compagno di stanza». La strada per la città è un libro schietto e sincero, senza retorica, né forzature, lontano dai conformismi. Esalta l’amore per la vita e la conoscenza, il coraggio, il confronto con gli altri e le cose vere. La vita semplice nella sua profondità, insomma. E potrei elencare la montagna, le tradizioni, i libri, ma è bello che il lettore queste cose le scopra da sé. Concludo dicendo, infine, che il piacere di leggere questi racconti è legato non solo al libro in sé, ma anche all’affetto che mi lega all’autore e che ricordo ancora bambino, con gilet e calzoncini in velluto marrone giocare sotto casa con il cane, disegnare cavalli, collezionare manufatti artigianali sugli indiani. E poi leggere libri e coltivare da sempre la passione (condivisa) per la letteratura e la montagna “la sua montagna”. Maria Pina Ciancio
La strada per la città
I protagonisti dei racconti di Saverio De Marco sono studenti meridionali, che per frequentare l'università, dai loro piccoli e sperduti paesini d'origine, si trasferiscono nei quartieri popolari della Capitale. Tra questi spicca Luciano, che seguiamo nelle sue avventure e disavventure fuorisede: gli esami che non finiscono mai, le esperienze politiche, le sbornie selvagge, i lavoretti infimi per mantenersi agli studi, occupazioni, le manifestazioni e scontri di piazza, le ragazze e gli amori difficili, il richiamo della propria terra, i vagabondaggi nella Lucania ancestrale e selvaggia... La politica e i grandi eventi dell'attualità metropolitana restano sullo sfondo, mentre a tenere uniti i fili narrativi sono i rapporti umani e d'amicizia tra studenti con la medesima origine e condizione sociale. Luciano, ormai immerso nella vita della Capitale, mantiene sempre un legame istintivo con la sua terra e comunità d'origine. La sua identità si colloca in ultima analisi tra due mondi estremi: la grande metropoli e un paesino spopolato di montagna, luoghi profondamente diversi, anche se entrambi "periferici". Nel libro, dichiaratamente "on the road", le situazioni di vita quotidiana, ora apparentemente banali, ora inconsuete, a volte ai limiti del grottesco, sono attraversate da uno sguardo ironico e malinconico, in cui prevale sempre la capacità di cogliere in profondità le contraddizioni del diventare adulti.
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Autore:
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Anno edizione:2017
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Saverio De Marco 11 dicembre 2018
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