Perché la bellezza non ha mai trovato una sua forma compiuta? Perché il gusto si modifica continuamente? Non sarà che il nucleo da cui si origina ogni volontà di espressione sia autenticamente irrappresentabile? I luoghi del sublime, come prospettiva nella quale arte, religione, filosofia e letteratura, possono comunicare tra loro in un "libero gioco", crocevia nel quale la metafisica si incontra con l'etica, dove l'estetica e la teologia si trovano a percorrere le stesse strade. Prendendo le mosse dall'ineffabilità di Dio propria della religione ebraica, per poi spaziare dalla Grecia di Platone e Plotino al Medioevo di Agostino, Anselmo e Dante. Scoprire come l'umanista Pico possa dialogare con Cervantes e quale sia l'intima sintonia tra Kant e Mozart e ancora, perché Hegel abbia compreso Malevic meglio di chiunque altro, pur non avendo mai visto una sua opera. L'autore mostra come le grandi opere d'arte siano la dimensione in cui si rivela la voce dell infinito. Il volume è introdotto da una prefazione di Massimo Cacciari.
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Anno edizione:2007
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