Suoni ulteriori
È difficile separare la poesia dalla musica perché in Paolo Cavallone prendono vita contemporaneamente, non vi è un prima e un dopo, un distacco ma si formano insieme. Potremmo azzardare il termine poesica, poesia/musica contratte in un'unica parola, arti che pur conservando le loro naturali caratteristiche si penetrano attraverso il suono e il ritmo, indistinguibili e imprescindibili l'una dall'altra. Dal suono di una vocale o di una frase nasce la musica, la quale è già contenuta in quella parola e in quel verso. Non è una questione di creare una poetica o una drammaturgia, il fatto è che poesia/musica sono connaturati alla sensibilità, alla forma mentis di Cavallone o meglio egli diviene la sua poesia/musica. Un suono senza tempo (Spirali), intrasonico polifonico (Madrigale), ci regala Cavallone, corpo dello spirito (Corpo), vivo raro (Sorriso) Per onestà / nella purezza dell'intenzione / dell'immaginazione (Ero Dandy e non sapevo), ci dona la dolcezza delle emozioni (Stanze), in Rivelazioni meditate e fulminee, in un percorso di vita e d'arte più unico che raro, profondo e originale. Presentazione di Giuseppe Maria Gnagnarella. Prefazione di Renzo Cresti.
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Anno edizione:2024
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